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Libri antichi e moderni

Galland Antoine (Traduttore)

Les Milles & une Nuits. Contes arabes réimprimés sur l'édition originale avec une préface de Jules Janin

Librairie des Bibliophiles E. Flammarion, 1910

70,00 €

Gilibert Galleria Libreria Antiquaria

(Torino, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1910
Luogo di stampa
Paris
Autore
Galland Antoine (Traduttore)
Editori
Librairie des Bibliophiles E. Flammarion
Soggetto
Letteratura araba, Letteratura fantastica, Traduzioni francesi
Sovracoperta
No
Stato di conservazione
Buono
Lingue
Francese
Copia autografata
No
Print on demand
No
Condizioni
Usato
Prima edizione
No

Descrizione

4 voll. in-16°, pp. XXXVI, 367; (4), 396; (4), 380, (4); (4), 385, (3); brossura editoriale. Restauri alle brossure, ma buon esemplare in barbe. Edizione per bibliofili nella Nouvelle Bibliothèque Classique des Éditions Jouaust delle 'Mille e una Note' nella classica traduzione francese dell'abate Galland; curatore del volume è Paul De Morelly. L'Alf laila wa-laila', ossia 'Mille e una Notte', il più grande classico della letteratura araba, assurse a fama universale già nel Settecento, quando venne per la prima volta tradotto dal Galland. Il materiale narrativo dell'opera proviene soprattutto da fonti più antiche della novellistica persiana e indiana, sicché la matrice originaria risulterebbe indo-iranica e aria, poi contaminata e aggiornata con fonti della Baghdad degli Abbàsidi, sino ad una più tardiva stratificazione dell'Egitto dei Mamelucchi. Tuttavia, la struttura più attuale dell’opera non è quella originaria, perché la versione di Antoine Galland, iniziata nel 1704, fu condotta su un manoscritto siriano del XIII secolo ora serbato alla Nazionale di Parigi, ma contaminando la narrazione originale con racconti estranei alle fonti originarie, come per esempio quelli di Aladino ed i cicli dei due Sindbad, provenienti da materiali sia orali che scritti che il Galland ebbe da un maronita, Hannã. Sull'origine delle 'Mille e una Notte', il suo valore artistico e culturale, v. la voce composta da Francesco Gabrieli per l'Enciclopedia Italiana, XXIII, 315-316.
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