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Libri antichi e moderni

Martino Da Como E Platina Bartolomeo

Libro de arte coquinaria e De honesta voluptate et valitudine

SFF - Udine, 1994

40,00 €

Libri et Alia Libreria

(Udine, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1994
Autore
Martino Da Como E Platina Bartolomeo
Editori
SFF - Udine
Formato
20x15cm
Soggetto
Ars culinaria

Descrizione

Opera in due volumi e cofanetto. Ristampa anastatica dell'incunabolo del Platina del 1480 e riedizione delle ricette di Martino da Como.  Martino de' Rossi o Martino de Rubeis, detto Maestro Martino (Torre, verso il 1430 – Milano o Roma, fine del XV secolo) è stato un cuoco e gastronomo italiano. Fu il più importante cuoco europeo del secolo XV: a lui si deve la stesura del Libro de Arte Coquinaria, considerato un caposaldo della letteratura gastronomica italiana che testimonia il passaggio dalla cucina medievale a quella rinascimentale. Il Libro de Arte Coquinaria condensa, in sessantacinque fogli non numerati e scritti in lingua volgare, l'arte di cuoco estroso e modernizzatore di Maestro Martino. La datazione di quest'opera è incerta, anche a causa delle varie stesure e aggiunte (almeno quattro manoscritti, in due dei quali l'autore si autodefinisce "da Como") che Martino fece nel corso degli anni. Le prime tracce iniziano già nel 1456 e, via via, andò sviluppandosi almeno fino al 1467. Nel frontespizio si legge Composto per lo egregio Maestro Martino Coquo olim del Reverendissimo Monsignor Camorlengo et patriarcha de Aquileia. Ben presto diventò il testo di riferimento per tutti i cuochi a lui contemporanei - che già erano suoi ammiratori - e i successivi, assurgendo al ruolo di libro mastro per tutta la nuova cucina del Rinascimento. Uno dei principali elementi distintivi dei suoi piatti è il recupero del gusto originale delle materie prime, evitando l'abuso di spezie, com'era d'abitudine nella tradizione medioevale quando le spezie, e la loro abbondanza, simboleggiavano la ricchezza del padrone di casa. Lo stile è preciso, dettagliato e immediato. È chiara l'intenzione dell'autore di volere farsi comprendere da tutti (anche per questo scelse la lingua volgare), e le ricette si susseguono, in ordine di portata e di tipologia di ingredienti, in modo snello e moderno; addirittura arriva a suggerire delle "varianti" a taluni ingredienti, nel caso ne fossimo sprovvisti. Come accennato Martino unisce, alla tradizione della cucina medioevale, innovazioni che gli pervengono dalla conoscenza della cucina catalana, oltre che della cucina araba e orientale. Bartolomeo Sacchi, detto il Plàtina (Piadena, 1421 – Roma, 21 settembre 1481), è stato un umanista e gastronomo italiano. l suo lavoro principale resta tuttavia un breve trattato di gastronomia, il De honesta voluptate et valetudine. Il De honesta voluptate et valetudine fu stampato una prima volta a Roma da Han tra il 1473 e il 1475 (i più propendono per il 1474), anonimo e senza note tipografiche, e subito dopo, nel 1475, a Venezia (Platine de honesta voluptate et valetudine, Venetiis: Laurentius de Aquila, 1475) con indicazione di autore e note tipografiche. L'edizione più "corretta", fra le antiche, secondo l'italianista Emilio Faccioli, rimane quella pubblicata a Cividale del Friuli nel 1480, prima opera stampata da Gerardo da Fiandra in Friuli. In quest'opera, il Platina trascrive in latino tutte le ricette - originariamente scritte in lingua volgare - di Maestro Martino, il più celebre cuoco del XV secolo, di cui il Platina loda l'inventiva, il talento, la cultura. La forza iconoclasta di Martino, spinge il Platina su inedite, quanto avveniristiche, analisi sulla gastronomia, sulla dieta, sul valore del cosiddetto "cibo del territorio" e persino sull'utilità di una regolare attività fisica. Cartonati. Ottime condizioni.
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