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Libri antichi e moderni

(Rigault Nicolas).

Rei accipitrariae scriptores nunc primum editi. Accessit [Kynosophion] Liber de cura canum

Parigi, typis regiis excudebat C. Morellus, 1612., 1612

1800,00 €

Mediolanum Libreria Antiquaria

(Milano, Italia)
Chiusi per ferie fino al 06 Gennaio 2026.

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1612
Autore
(Rigault Nicolas).
Editori
Parigi, typis regiis excudebat C. Morellus, 1612.

Descrizione

In-4°; 8 cc., 278 pp., 8 cc., 1 c.b.; 6 cc., 111 (id est 211) pp.; 120 pp; frontespizio impresso in rosso e nero. Legatura coeva in piena pergamena, tassello posteriore in marocchino con titolo in oro, tagli dorati (qualche macchia ai piatti e una piccola mancanza a quello posteriore). Buon esemplare genuino. Prima edizione. Collezione di testi greci di falconeria, tra i contributi più antichi sull’argomento, attribuiti a Demetrio Pepagomeno di Bisanzio, presentati qui con la loro traduzione latina e accompagnati da altri testi di caccia.
Due delle opere appaiono qui a stampa per la prima volta in assoluto: il testo greco dello Hieracosophion (anche se la sua traduzione latina di Gillius era stata già pubblicata nel 1562, cfr. Harting n. 327) e l’epistola apocrifa di Simmaco a Teodosio, qui stampato per la prima volta in catalano con una traduzione latina a seguire; quest’ultima è secondo il barone Dunoyer de Noirmont “le plus ancien traitè de fauconnerie en langue vulgaire”. I rari testi sono stati raccolti dall’editore Nicolas Rigault, bibliotecario di Luigi XIII dalla cui biblioteca provengono i manoscritti consultati per l’edizione.
L’edizione, suddivisa in tre parti, include i seguenti testi: 1) Hieracosophion: in greco, attribuito a Demetrio Pepagomeno di Bisanzio, tratta di falconeria (pp. 1-174); 2) Orneosophion: in greco e in due parti, la seconda non tradotta, cfr. Harting n. 329 continuazione del precedente, tratta di rapaci, della loro cura e possibili patologie (pp. 175-255); 3) Kynosophion: in greco, sui cani, attribuito a un certo ‘Phaemon’ (pp. 257-278). Seguono le traduzioni latine a cura del naturalista francese Pierre Gilles e del medico tedesco Andreas Aurifaber (Goldschmidt). Viene poi presentata la lettera apocrifa di Simmaco a Teodosio in catalano e poi in latino. A fine volume il poema in esametro dattilico latino ‘De re accipitraria’ di De Thou (pp. 1-111) e il poemetto di Fracastoro ‘Alcon, sive de cura canum venaticorum’ (pp. 113-120).
Di questa edizione si possono trovare tre frontespizi differenti, poiché venne prodotta in società da tre librai parigini (Morel, Drouart o Cramoisy); oltre ai dati tipografici e alla marca, talvolta anche l’ordine di disposizione del contenuto è diverso. E. Harting, 'Bibliotheca Accipitraria', London 1891, p. XXVII e n. 314, 306, 316, 327-329, 223. Thiébaud 499-500. Souhart p. 670. Ceresoli p. 304. Schwerdt II, p.136. Schweiger I, p. 358. Brunet V, 244-245.
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