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Libri antichi e moderni

Schmitt, Carl

Stato, grande spazio, nomos

Adelphi, 2015

47,00 €

Il Salvalibro

(Foligno, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
2015
ISBN
9788845930287
Luogo di stampa
Milano
Autore
Schmitt, Carl
Pagine
527
Editori
Adelphi
Formato
23 cm
Soggetto
geopolitica, ordinamento internazionale, globalizzazione
Descrizione
hardcover
Stato di conservazione
Buono
Lingue
Italiano
Legatura
Rilegato
Condizioni
Usato

Descrizione

Biblioteca Filosofica 35. Volume cartonato rigido di pagine 527, sovraccoperta editoriale. Pari al nuovo (as new). Spedizione in 24 ore dalla conferma dell'ordine. Molto tempo prima che venisse coniato il semplicistico termine di "globalizzazione", Carl Schmitt aveva visto, con lucidità profetica, come "l'universalismo dell'egemonia anglo-americana" fosse destinato a cancellare ogni distinzione e pluralità spaziale in un "mondo unitario" totalmente amministrato dalla tecnica e dalle strategie economiche transnazionali, e soggetto a una sorta di 'polizia internazionale'. Un mondo spazialmente neutro, senza partizioni e senza contrasti - dunque senza politica. Per Schmitt non il migliore, ma il peggiore dei mondi possibili, sradicato dai suoi fondamenti tellurici. Fedele alla 'justissima tellus', Schmitt persegue invece l'idea che non possa esservi 'Ordnung' (ordinamento) mondiale senza 'Ortung' (localizzazione), cioè senza un'adeguata, differenziata suddivisione dello spazio terrestre. Una suddivisione che superi però l'angustia territoriale dei vecchi Stati nazionali chiusi, per approdare al 'principio dei grandi spazi': l'unico in grado di creare un nuovo 'jus gentium', al cui centro ideale dovrebbe tornare a porsi l'antica terra d'Europa, autentico 'katechon' di fronte all'Anticristo dell'uniformazione planetaria nel segno di un unico "signore del mondo". Certo è che la prospettiva di Schmitt, già delineata ottant'anni fa, appare oggi più attuale che mai, e il suo pensiero si conferma come essenziale per la lettura della nostra epoca.
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