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Libri antichi e moderni

Vittorio Alfieri

Tragedie di Vittorio Alfieri da Asti. Seconda edizione, riveduta dall'autore, e accresciuta. Volume primo (-sesto)

Da'' torchj di Didot maggiore e si trova presso Gio. Cl. Molini, 1788

900,00 €

Coenobium Libreria

(Asti, Italia)
Chiusi per ferie fino al 02 Gennaio 2026.

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1788
Luogo di stampa
Parigi
Autore
Vittorio Alfieri
Editori
Da'' torchj di Didot maggiore e si trova presso Gio. Cl. Molini
Soggetto
teatro italiano del settecento, simple
Stato di conservazione
Buono
Lingue
Italiano
Legatura
Rilegato
Condizioni
Usato

Descrizione

6 volumi in 8 (cm 14,5 x 22), pp. CXX + 279 + (1); 383 + (1); 419 + (1); 440 + (1) di errata + (1 bianca); 425 + (1); (8) + 272. Alcuni esemplari presentano il ritratto di Alfieri all'antiporta del primo volumenella nostra copia non compreso.Aloni bruniti che lambiscono i margini delle carte bianche di sguardia iniziali e finali dei volumi. Bella legatura in piena pelle coeva con tasselli ai dorsi. Etichette di ex libris ai contropiatti anteriori. Seconda edizione delle tragedie alfieriane pubblicata a Parigi da Didot tra 1787 e 1789, dopo la prima del 1783 edita da Pazzini, a Siena. Mentre la prima comprendeva solamente 10 tragedie, in questa se ne aggiungono 9 inedite cosi' suddivise. Tomo I:Lettera di Ranieri de' Calsabigi all'autore sulle quattro sue prime tragedie; Risposta dell'autore;Filippo; Polinice; Antigone; Tomo II:Virginia; Agamennone; Oreste; Rosmunda; Tomo III: Ottavia; Timoleone; Merope; Lettera dell'abate Cesarotti su le tre precedenti tragedie... con note dell'autore che servono di risposta; Maria Stuarda; Tomo IV:La congiura de' Pazzi; Don Garzia; Saul; Agide; Sofonisba; Tomo V (datato 1789):Bruto primo; Mirra; Bruto secondo; Parere dell'autore su le presenti tragedie; Volume VI definito "di scarto" al frontespizio, il primo in realta' ad essere pubblicato con data 1787, comprendeva le tragedie Filippo, Polinice e Antigone nella versione precedente a quella definitiva riportata nel primo volume. Alfieri lavoro' indefessamente a quest'edizione che considerava"bella, accurata, a bell'agio, senza risparmio nessuno ne' di spesa, ne' di fatica", dopo "una prova dei caratteri, e proti, e maneggi tipografici parigini, trattandosi di una lingua forestiera", fu opera tipografica di "Didot maggiore, uomo intendentissimo ed appassionato dell'arte sua, ed oltre cio' accurato molto, e sufficientemente esperto della lingua italiana".Cominciata nel maggio del 1787, fu proseguita anche durante la dimora dello scrittore in Alsazia, dove settimanalmente lo raggiungevano le bozze che, corrette, ritornavano a Parigi. Nel 1789, dopo tre anni di assiduo lavoro, furono condotti a termine tutti i sei volumi di questa seconda edizione delle tragedie.Dei suoi rapporti con i compositori, i torcolieri ed i proti l'Alfieri non fu mai entusiasta: gia' nel 1783 riferendosi a quelli della stamperia senese diceva che solo "pagandoli si possono ammansire e dominare". Nel 1787 il poeta affermava che gli operai del Didot gli avevano "si' lungamente fatto fare il sangue verde e cotanto lo avevano taglieggiato nella borsa, facendogli a peso d'oro arbitrariamente ricomprare ogni mutazione di parola ch'egli facesse...".
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