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Stampe

BERTELLI Ferrando

Descrittione di Tutta la Toscana fatta da M. Hier.mo Bell'armato

1563

3800,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1563
Luogo di stampa
Venezia
Formato
445 X 320
Incisori
BERTELLI Ferrando

Descrizione

In alto a destra, in un cartiglio con i bordi ornati, sono impressi il titolo e i dettagli editoriali: DESCRITTIONE DI TUTTA LA TOSCANA FATTA DA M[esser]. HIER:mo BELL’ARMATO. In Venetia Anno MDLXIII. Ferando Bertelli. Paulo Forlani Veronese f. In basso a destra, evidenziata da un compasso, è rappresentata la Scala de miglia Italiani (30 miglia = mm 69). Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei venti: TRAMONTANA, OSTRO, PONENTE, LEVANTE, il nord è in alto. Graduazione ai margini di 1’ in 1’, da 41°23’ a 43° 26’ di latitudine e di 2’ in 2’, da 32° 32’ a 36° 28’ di longitudine. Rara tavola edita a Venezia nel 1563 da Ferrando Bertelli, con lastra incisa dal veronese Paolo Forlani. Come si evince dal cartiglio stesso, si tratta dell’ennesima derivazione della Chorographia Tusciae di Girolamo Bellarmato del 1536, della quale mantiene la forma leggermente trapezoidale. Oltre alla prima stesura del 1563, decisamente la più comune nelle raccolte cinquecentesche, a testimonianza di un buon successo editoriale, è nota una ristampa con l’imprint abraso (1569). Le abrasioni che si osservano sull’esemplare del 1569, in corrispondenza dell’indirizzo tipografico, dopo il termine Appresso (non presente nella prima tiratura), provano con certezza l’esistenza di almeno un altro stato della lastra, della quale, tuttavia, nessun esemplare è oggi noto. È probabile che questa tiratura intermedia sia stata stampata da Donato Bertelli. Da quello che si intravede dalle cancellazioni in lastra, l’indirizzo abraso potrebbe essere quello dell’editore Catarino Doino, attivo nel primo quarto del Seicento e socio di Francesco Valegio. Per la storia editoriale di molte delle lastre della tipografia Bertelli, possiamo ipotizzare l’esistenza della tiratura di Donato Bertelli, di quella di Valegio e poi Doino, e che l’ultima stesura – nota – sia stampata da Stefano Mozzi Scolari. “La ' Chorographia Tusciae ' di Girolamo Bellarmato (o Bellarmati) rappresenta il prototipo della cartografia a stampa della regione. Di forma leggermente trapezoidale, è composta da quattro fogli uniti. Sebbene priva di scala grafica, dal valore dei gradi di latitudine possiamo ricostruire il valore della riduzione, pari a 1:325.000 circa. Nella lunga dedica a Valerio Orsini, generale dell’esercito dei Medici, l’autore specifica che la carta è utile per la professione sua presentandola perciò quale strumento ad uso militare, politico e amministrativo. Questo prodotto cartografico si basa su dati ricavati da una sistematica osservazione diretta, da misurazioni e rilievi effettuati dall’autore sul territorio. Viene data attenzione a tutti gli aspetti geografici; per i centri abitati la grandezza della raffigurazione è rapportata all’entità della popolazione. Molto curata l’idrografia, ben evidenziata l’orografia che è disegnata con dei coni, di maggiori dimensioni per i rilievi più importanti. Questo pregevole ed innovativo lavoro fu preso a modello per molti anni a seguire ed ebbe numerose derivazioni. Come osserva Biasutti (1908), anche Gastaldi utilizzò il rilievo del Bellarmato per comporre la sua carta della penisola (1561). L’opera costituisce altresì la base per le carte della regione che i fiamminghi Abraham Ortelius (1570) e Gerard Mercator (1587) inseriscono nei rispettivi atlanti. Della carta è oggi noto un solo esemplare, conservato all’Archivio di Stato di Firenze” (cfr. ' Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo ' p. 1961). Acquaforte e bulino, 1563, firmata in lastra nel cartiglio in alto a destra. Esemplare del primo stato di quattro. Bellissima prova, impressa su carta vergata coeva, rifilata al rame e con margini coevi aggiunti, in buono stato di conservazione. Bibliografia S. Bifolco – F. Ronca, Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo ' pp. 1978/79, tav. 995 I/IV; Almagià (1929): p. 20; Bifolco-Ronca (2014): n. 88; Lago (1994): p. 267, fig. 28; Ka. At upper right, in a cartouche with ornate borders, the title and editorial details: DESCRITTIONE DI TUTTA LA TOSCANA FATTA DA M[esser]. HIER:mo BELL’ARMATO. In Venetia Anno MDLXIII. Ferando Bertelli. Paulo Forlani Veronese f. In At lower right, highlighted by a compass, is represented the Scale de miglia Italiani (30 miles = mm 69). Orientation in the four sides in the center with the names of the winds: TRAMONTANA, OSTRO, PONENTE, LEVANTE, north is at the top. Graduation in the margins of 1' in 1', from 41°23' to 43° 26' latitude and 2' in 2', from 32° 32' to 36° 28' longitude. Rare plate published in Venice in 1563 by Ferrando Bertelli and engraved by Paolo Forlani from Verona. As the cartouche itself suggests, this is yet another derivation of Girolamo Bellarmato's 1536 Chorographia Tusciae, of which it retains the slightly trapezoidal shape. “La ' Chorographia Tusciae ' di Girolamo Bellarmato (o Bellarmati) rappresenta il prototipo della cartografia a stampa della regione. Di forma leggermente trapezoidale, è composta da quattro fogli uniti. Sebbene priva di scala grafica, dal valore dei gradi di latitudine possiamo ricostruire il valore della riduzione, pari a 1:325.000 circa. Nella lunga dedica a Valerio Orsini, generale dell’esercito dei Medici, l’autore specifica che la carta è utile per la professione sua presentandola perciò quale strumento ad uso militare, politico e amministrativo. Questo prodotto cartografico si basa su dati ricavati da una sistematica osservazione diretta, da misurazioni e rilievi effettuati dall’autore sul territorio. Viene data attenzione a tutti gli aspetti geografici; per i centri abitati la grandezza della raffigurazione è rapportata all’entità della popolazione. Molto curata l’idrografia, ben evidenziata l’orografia che è disegnata con dei coni, di maggiori dimensioni per i rilievi più importanti. Questo pregevole ed innovativo lavoro fu preso a modello per molti anni a seguire ed ebbe numerose derivazioni. Come osserva Biasutti (1908), anche Gastaldi utilizzò il rilievo del Bellarmato per comporre la sua carta della penisola (1561). L’opera costituisce altresì la base per le carte della regione che i fiamminghi Abraham Ortelius (1570) e Gerard Mercator (1587) inseriscono nei rispettivi atlanti. Della carta è oggi noto un solo esemplare, conservato all’Archivio di Stato di Firenze” (cfr. ' Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo ' p. 1961). Etching and engraving, 1563, signed in plate in cartouche at upper right. Example from the first state of four. Beautiful proof, impressed on contemporary laid paper, trimmed at the platemark and with contemporary margins added, in good condition. Bibliografia S. Bifolco – F. Ronca, Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo ' pp. 1978/79, tav. 995 I/IV; Almagià (1929): p. 20; Bifolco-Ronca (2014): n. 88; Lago (1994): p. 267, fig. 28; Karrow (1993): n. 10/1.6; Lago (2002): p. 427, fig. 419; Mostra Bergamo (2016): n. 57; Pellegrini (2002): pp. 105-107, tav. III; Tooley (1939): nn. 574, 577; Woodward (1990): n. 25; Woodward (1992): n. 23. Cfr.
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