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Stampe

SCUOLA FIORENTINA del XV secolo Anonimo -

Il Beato Filippo Benizzi, circondato da dodici scene della sua vita

1470

4800,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1470
Formato
182 X 257
Incisori
SCUOLA FIORENTINA del XV secolo Anonimo -

Descrizione

Bulino, 1470 circa, privo di firma e indicazioni editoriali. Si tratta di una primitiva, anonima, incisione di Scuola Fiorentina, nello stile delle opere di Baccio Baldini. Impressione molto buona, su carta vergata coeva con filigrana "tre monti con croce" (simile a Briquet nn. 11924 - 11925, che la descrive come carta prodotta a Reggio Emilia nella prima metà del XV secolo), rifilata alla lastra di rame, in ottimo stato di conservazione. Secondo Mark Zucker (Anonymus Florentine Engravers, in "The Illustrated Bartsch") si conoscono solo tre impressioni di questo lavoro, conservate a Londra (British Museum), Berlino (Kupferstichekabinet) e New York (Metropolitan Museum of Art). Tutte sono tratte da una lastra usurata, quindi non sono ritenute delle tirature coeve. Per la descrizione dell'opera rimandiamo proprio all’accurata scheda – tradotta - di Zucker: “Su uno scudo in alto al centro, coronato e sostenuto da una coppia di mostri marini: l'emblema dell'Ordine dei Serviti, costituito dalla lettera S intrecciata con una M composta da una curva a ferro di cavallo con uno stelo di gigli come membro centrale verticale; su un cartiglio in basso al centro: BEATVS-PHILIPVS-DE FLORE/NTIA-ORDINIS-SERVOR[VM] ("Beato Filippo da Firenze dell'Ordine dei Servi"); sulle pagine del libro aperto: SER[V]/VS T/VVS/ SVM/ EGO/ F/ ILL//VS [ANCILLAE TUAE] ("Sono tuo servo e figlio [della tua serva]"; Salmo 116, 16); sotto il primo riquadro (in alto a sinistra), con una scena della Vergine e del Bambino che appaiono a Filippo, gli dicono di entrare nell'Ordine dei Serviti e gli consegnano il mantello: [C]O[ME] NOSTRA DON[N]A ("Come la Madonna."); sotto il secondo riquadro a sinistra, con una scena di Filippo che esorcizza un demone da una donna posseduta: COMO FU LIBERAT[A] ("Come fu liberata"); sotto il terzo riquadro a sinistra, con una scena di Filippo che guarisce un invalido: CO[ME] LIBERO LO INFER[MO] ("Come liberò il malato"); sotto il quarto riquadro a sinistra, con la scena di un angelo che appare a Filippo e ad altri due membri del suo ordine a cena: CO[ME] LANGELO PORTO ("Come l'angelo portò."); sotto il quinto riquadro a sinistra, con una scena di Filippo che intrattiene un gruppo di suore: [il sesto riquadro (più basso) a sinistra, con una scena di Filippo che si flagella davanti a una grotta, è privo di iscrizione]; sotto il primo riquadro (più alto) a destra, con una scena di Filippo che salva la città di Todi dal fuoco: CO[ME] LIBERO TODI ("Come liberò Todi"); sotto il secondo riquadro a destra, con una scena di Filippo che salva una nave in mare dai demoni: CO[MEJ LIBERO LA NA V[E] ("Come liberò la nave"); sotto il terzo riquadro a destra, con una scena di Filippo che predica a una prostituta (?): CO[ME] LIBERO LO INFICA ("Come liberò la prostituta [?]"); sotto il quarto riquadro a destra, con una scena di Filippo che salva un giovane che sta per essere impiccato: CO[ME] LIBERO DA M[O]RT[E] ("Come liberò dalla morte") [il quinto riquadro a destra, con una scena di Filippo che salva un giovane dalla tortura, è privo di iscrizione]; sopra il sesto riquadro (più basso) a destra, con una scena di Filippo che salva una donna dalle percosse: CO[ME] LIBERO LA DON[NA] ("Come liberò la donna"). Tutte le prove conosciute dell'incisione sono tirature “moderne” e presentano i segni dei fori di chiodi o rivetti negli angoli e sono state stampate dopo che la lastra era stata danneggiata, rilavorata e notevolmente usurata. La linea di fondo si è consumata a tal punto che gli abiti di Filippo appaiono quasi bianchi, sebbene l'abito dell'ordine sia nero. Nel suo stato originale, la stampa trasmetteva questo aspetto attraverso un sistema di fitto tratteggio del tipo di quello che si vede, ad esempio, sul mantello dell’analoga anonima incisione raffigurante Santa Caterina (TIB .042). L'analisi tecnica dell'incisione è difficile a causa del suo cattivo stato di conservazione. È chiaro che non ha mai avuto. The Blessed Philip Benizzi, surrounded by twelve scenes from his life Engraving, 1470 circa, without printing details. An early anonymous Florentine engraving in the style of Baccio Baldini. A very good impression, on contemporary laid paper with ' "three mountains with cross" watermark (similar to Briquet nos. 11924 - 11926, which describes it as a paper produced in Reggio Emilia in the first half of the 15th century), trimmed to the platemark, in good condition. According with Mark Zucker (Anonymus Florentine Engravers, in “The Illustrated Bartsch”) there are only three impressions known, London, British Museum, Berlin, Kupferstichekabinet e New York, Metropolitan Museum of Art. All of them are taken from a worn plate. For a description of the work, we refer to Zucker's accurate description: “On a shield at the upper center, crowned and supported by a pair of sea monsters: the emblem of the Servite Order, consisting of the letter S intertwined with an M composed of a horseshoe-shaped curve with a stem of lilies as its central vertical member; on a scroll at the lower center: BEATVS•PHILIPVS•DE FLORE/NTIA•ORDINIS•SERVOR[VM] ("Blessed Philip of Florence of the Order of Servants"); on the pages of the open book: SER[V]/VS T/VVS/ SVM/ EGO/ F/ ILL//VS [ANCILLAE TUAE] ("I am thy servant, and the son [of thine handmaiden]"; Psalm 116: 16); below the first (uppermost) box at the left, with a scene of the Virgin and Child appearing to Philip, telling him to join the Order of the Servites and handing him his mantle: [C]O[ME] NOSTRA DON[N]A ("How Our Lady."); below the second box at the left, with a scene of Philip exorcizing a demon from a possessed woman: COMO FU LIBERAT[A] ("How she was liberated"); below the third box at the left, with a scene of Philip healing an invalid: CO[ME] LIBERO LO INFER[MO] ("How he liberated the sick man"); below the fourth box at the left, with a scene of an angel appearing to Philip and two other members of his order at dinner: CO[ME] LANGELO PORTO ("How the angel brought."); below the fifth box at the left, with a scene of Philip in-structing a group of nuns: [C]O[MEJ FA DIS[C]PLINA ("How he makes discipline") [the sixth (lowermost) box at the left, with a scene of Philip flagellating himself in front of a cave, lacks an inscription]; below the first (uppermost) box at the right, with a scene of Philip saving the city of Todi from fire: CO[ME] LIBERO TODI ("How he liberated Todi"); below the second box at the right, with a scene of Philip rescuing a ship at sea from demons: CO[MEJ LIBERO LA NA V[E] ("How he liberated the ship"); below the third box at the right, with a scene of Philip preaching to a prostitute (?): CO[ME] LIBERO LO INFICA ("How he liberated the prostitute [?]"); below the fourth box at the right, with a scene of Philip saving a youth about to be hanged: CO[ME] LIBERO DA M[O]RT[E] ("How he liberated from death") [the fifth box at the right, with a scene of Philip rescuing a youth from torture, lacks an inscription]; above the sixth (lowermost) box at the right, with a scene of Philip saving a woman from being beaten: CO[ME] LIBERO LA DON[NA] ("How he liberated the woman"). All known impressions of the engraving are modern ones that show the marks of nail or rivet holes in the corners and were pulled after the plate had been damaged, reworked, and considerably worn. To such an extent has the liner linework worn away that Philip's garments appear almost white, although the habit of his order is black. In its original state, the print conveyed this through a system of dense crosshatching of the kind seen, for example, on the mantle of St. Catherine in the preceding item (TIB.042). In view of its poor condition, technical analysis of the engraving is difficult. Clearly, it never had much individual character, but it still bears all the hallmarks of the early Florentine manner and betrays the hand of an artisan working tinder the influence of Baccio Baldini. Cfr.
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