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Stampe

BEHAM Hans Sebald

Il suicidio di Lucrezia

1519

750,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1519
Formato
45 X 55
Incisori
BEHAM Hans Sebald

Descrizione

Lucrezia nuda a figura intera, seduta in vista frontale con la testa di profilo a sinistra. Si appoggia con la mano destra a un tronco d'albero e con la sinistra tiene il pugnale al petto; sullo sfondo a destra edifici in rovina. Bulino, 1519, firmato con monogramma in basso a destra e datato su una tavoletta in alto a destra. Esemplare nel secondo stato descritto da Hollstein. Lucrezia, la giovane matrona romana suicidatosi dopo aver subito lo stupro da parte di Sesto Tarquinio, figlio dell’ultimo re di Roma. Lo stupro e il suicidio di Lucrezia sono stati oggetto, nei secoli, d'interesse per molti pittori, e non solo scrittori e musicisti. Ognuno di loro l'ha raccontata in modo diverso, secondo le fonti cui si rifaceva e gli aspetti valoriali che voleva mettere in risalto. Per alcuni è stata l'eroina di cui esaltare le doti esemplari da imitare, per altri un mito da demolire o la donna vittima, non solo di uno di stupro ma anche di una visione culturale patriarcale. La sua storia non è una leggenda qualsiasi, ma piuttosto un "mito", perché rappresenta un racconto nel quale un'intera cultura ha riconosciuto per secoli alcuni contenuti fondanti della propria identità. Questa dimensione mitica spiega perché la vicenda di Lucrezia abbia attraversato i secoli e ispirato, non solo scrittori, musicisti e pittori, ma sia stata scelta anche per raffigurare i cassoni delle spose benestanti. La vicenda di Lucrezia risale al 509 a. c. ma la sua menzione più antica in letteratura è nel De Repubblica di Cicerone, che utilizza la sua storia per esaltare i valori della Repubblica Romana, ponendo al centro l'offesa subita da una famiglia e da un popolo per lo stupro di una sua matrona. Si rifece a queste prime narrazioni su Lucrezia lo storico Tito Livio che la inserì nel patrimonio dei grandi exempla cui ispirarsi. Nei suoi ' Annali o Ab Urbe condita, scritti fra il 30 a. c. e la sua morte, racconta in modo drammatico, quasi teatrale, tutti i dettagli della vicenda. La sua versione ha influenzato molti autori dell'età repubblicana fino al Tardoantico e dei secoli successivi. Poco prima del 1520, alcuni giovani artisti della cerchia di Albercht Dürer presero a realizzare incisioni molto piccole che hanno sfidato lo spettatore con un mondo in miniatura, un mondo di nuovo soggetto laico e di interpretazioni non convenzionali di temi tradizionali. A causa delle ridotte dimensioni delle loro incisioni, questi artisti sono stati appellati a lungo, con il nome collettivo, e poco lusinghiero, di Piccoli Maestri di Norimberga. Il nucleo del gruppo consiste in tre artisti di Norimberga, Hans Sebald & Bartel Beham e Georg Pencz, e inoltre Jacob Bink da Colonia e Heinrich Aldegrever da Soest. Buona prova, impressa su carta vergata coeva, rifilata al rame, in buono stato di conservazione. Bibliografia Pauli 1901-11, Hans Sebald Beham: Ein Kritisches Verzeichniss seiner Kupferstiche Radirungen und Holzschnitte (82.II); Hollstein, German engravings, etchings and woodcuts c.1400-1700 (82.II); Bartsch, Le Peintre graveur (VIII.147.78). Lucretia full-length nude, seated in frontal view with head in profile to left. She leans on a tree trunk with her right hand and holds dagger to her chest with her left; in background at right ruined buildings. Engraving, 1519, signed with monogram at lower right and dated on tablet at upper right. Example in the second state described by Hollstein. Lucretia, the young Roman matron who committed suicide after being raped by Sextus Tarquinius, son of the last king of Rome. Lucretia's rape and suicide have been the subject, over the centuries, of interest to many painters, and not just writers and musicians. Each of them recounted her differently, according to the sources they drew on and the value aspects they wanted to emphasize. For some she was the heroine whose exemplary qualities to be exalted and imitated, for others a myth to be demolished or the woman victim, not only of one of rape but also of a patriarchal cultural vision. Her story is not just any legend, but rather a "myth" because it represents a tale in which an entire culture has for centuries recognized certain foundational contents of its identity. This mythical dimension explains why the story of Lucretia has spanned the centuries and inspired, not only writers, musicians and painters, but has also been chosen to depict the chests of wealthy brides. The story of Lucretia dates back to 509 B.C., but its earliest mention in literature is in Cicero's De Repubblica, which uses her story to extol the values of the Roman Republic, placing at its center the indignity suffered by a family and a people for the rape of one of its matrons. He drew on these early narratives about Lucretia by the historian Titus Livius, who included her in the heritage of great exempla for inspiration. In his Annali o Ab Urbe condita, written between 30 B.C. and his death, he recounts all the details of the affair in a dramatic, almost theatrical way. His version influenced many authors from the Republican age to Late Antiquity and later centuries. Shortly before 1520, some young artists in Albercht Dürer's circle took to making very small engravings that challenged the viewer with a miniature world of new secular subject matter and unconventional interpretations of traditional themes. Because of the small size of their engravings, these artists have long been affixed with the collective, and unflattering, name of Small Nuremberg Masters. The core of the group consists of three artists from Nuremberg, Hans Sebald & Bartel Beham and Georg Pencz, and in addition Jacob Bink from Cologne and Heinrich Aldegrever from Soest. Good impression, printed on contemporary laid paper, trimmed to the borderline, in good condition. Bibliografia Pauli 1901-11, Hans Sebald Beham: Ein Kritisches Verzeichniss seiner Kupferstiche Radirungen und Holzschnitte (82.II); Hollstein, German engravings, etchings and woodcuts c.1400-1700 (82.II); Bartsch, Le Peintre graveur (VIII.147.78). Cfr.
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