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Stampe

FLORIMI Matteo

LA CITTA DI NAPOLI GENTILE

1600

2500,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1600
Luogo di stampa
Siena
Formato
525 X 396
Incisori
FLORIMI Matteo

Descrizione

In alto al centro, sotto il bordo superiore, troviamo il titolo: LA CITTA DI NAPOLI GENTILE. Lungo il margine inferiore è incisa una legenda numerica di 75 rimandi a luoghi e monumenti notabili, distribuita su tredici colonne. Segue nell’ultimo riquadro l’imprint editoriale: Matteo Florimj for. Jn Siena. Al centro della carta, nel mare, una schematica rosa dei venti; il nord-nord-est è a destra. Sempre nel mare, evidenziata da un compasso, la scala grafica Canne 100 pari a mm 28 La pianta della città di Napoli di Matteo Florimi è, come consuetudine per l’editore attivo a Siena, una fedele contraffazione di un prodotto antecedente. Nella fattispecie, della pianta di Mario Cartaro (1579) e non della successiva di Duchetti, come dimostrano i 75 rimandi della legenda, identici alla pianta del Cartaro e non a quella del Duchetti che ne conta 77. Il Florimi si limita solo a cambiare la veste grafica della pianta, conformandola ai nuovi modelli figurativi che si andavano diffondendo nel primo Seicento. In particolare, cambia il modo di rappresentare il mare: al sobrio puntinato di gusto rinascimentale viene sostituito questo fitto tratteggio che simboleggia quasi un moto ondoso. Il talassonimo nel Mar Mediterraneo è grande e svolazzante, più simile ai tipi nordici. Del resto, l’incisione della lastra è attribuita ad Arnold van Scherpenseel, meglio noto col nome italianizzato di Arnoldo di Arnoldi, stretto collaboratore del Florimi per un breve periodo (1600-1602). La pianta è una fedele derivazione di quella di Mario Cartaro: “si tratta della prima replica romana della carta del Duperac-Lafreri del 1566, della quale risulta una fedelissima riduzione che spinge Valerio, sulla base delle misurazioni delle due carte, addirittura ad ipotizzare l’uso di un pantografo o di un similare strumento di riduzione. Il Cartaro, del resto, ebbe l’opportunità di esaminare la carta del Lafreri quando fu nominato perito per la divisione ereditaria dei rami della calcografia dopo la morte dell’editore (1577). La pianta del Cartaro non si limita, tuttavia, a copiare il modello lafreriano, in quanto l’opera viene aggiornata con alcuni cambiamenti urbanistici. Sono infatti rappresentati i capannoni del nuovo arsenale, i cui lavori erano iniziati nel 1577; inoltre, i nuovi edifici dedicati alle truppe spagnole che sorsero ai piedi di San Martino, sono qui più completi rispetto al modello originale. Viene, infine, corretto l’errore di duplicazione del rimando 41 nella legenda, presente sia nel modello che nella replica di Bertelli. È la prima carta a mostrare nel titolo l’aggettivo “gentile”, con il quale il cronista quattrocentesco Loise De Rosa qualificò Napoli. La qualifica gentile è la più corrente nell’epoca aragonese fra quelle riservate alla città: grande, nobile e bella” (cfr. Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo p. 1796). Matteo Florimi (Polistena 1540 circa – Siena 1613) fu editore e commerciante di libri e di stampe. Di origini calabresi, si stabilì a Siena nel 1581, con un negozio in Banchi. L’attività calcografica di Matteo Florimi fu più volte affiancata da veri e propri maestri incisori come Cornelis Galle, Arnoldo degli Arnoldi, Pietro de Iode, Jan Sadeler e artisti come Francesco Vanni, Ventura Salimbeni e Alessandro Casolani, con i quali lo stampatore ha collaborato per la preparazione di soggetti sacri. L’attività cartografica del Florimi produsse stampe di moltissime città e territori di tutto il mondo, che non furono mai disegnati per lui, ma furono manipolazioni di rilievi già esistenti, o di carte edite da altri stampatori. Nella seconda metà del XVI secolo la curiosità geografica e il desiderio di viaggiare, erano molto sentiti, e il Florimi fu lungimirante nel dedicarsi alla produzione di vedute di città a volo d’uccello il più possibile fedeli, destinate a mostrare luoghi mai visti difficilmente visitabili. ' Il Florimi si inserì perfettamente i. At the top center, under the upper edge, we find the title: LA CITTA DI NAPOLI GENTILE. A numerical legend of 75 references to notable places and monuments is engraved along the lower edge, distributed over thirteen columns. The editorial imprint follows in the last box: Matteo Florimj for. Jn Siena. In the center of the map, in the sea, a schematic wind rose; north-northeast is to the right. Matteo Florimi's map of the city of Naples is, as usual for the publisher active in Siena, a faithful counterfeit of an antecedent product. In this case, of Mario Cartaro's map of 1579 and not of Duchetti's later one, as demonstrated by the 75 references in the key-legend, identical to Cartaro's and not to Duchetti's, which has 77. Florimi limits himself only to changing the graphic design of the map, conforming it to the new figurative models that were spreading in the early seventeenth century. Moreover, the engraving of the plate is attributed to Arnold van Scherpenseel, better known with the Italianized name of Arnoldo di Arnoldi, a close collaborator of Florimi for a short period (1600-1602). ' The map is a faithful derivation of that of Mario Cartaro: “it is the first Roman replica of the Duperac-Lafreri map of 1566, of which a very faithful reduction results which prompts Valerio, on the basis of the measurements of the two maps, even to hypothesize the use of a pantograph or similar reduction tool. Cartaro, moreover, had the opportunity to examine Lafreri's stock when he was appointed expert for the hereditary division of the plates after the death of the publisher (1577). However, Cartaro's work is not limited to copying the Lafreri model, as it’s updated with some urban changes. In fact, the sheds of the new arsenal are represented, the work on which had begun in 1577; moreover, the new buildings dedicated to the Spanish troops that rose at the foot of San Martino are more complete here than in the original model. It is the first map to show in the title the adjective “gentile” (kind), with which the fifteenth-century chronicler Loise De Rosa qualified Naples. The “gentile” qualification is the most current in the Aragonese era among those reserved for the city: “large, noble and beautiful” (cf. Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo, p. 1796). ' Etching and engraving, printed on contemporary laid paper with "eagle in circle with crown" watermark (similar to Woodward n. 64), with margins, restorations in the central fold, otherwise in good condition. Rare work, recorded for only 10 institutional examples according Bifolco-Ronca (cf. Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo, p. 2258). Matteo Florimi (Polistena c. 1540 - Siena 1613) was a publisher and merchant of books and prints. Of Calabrian origin, he settled in Siena in 1581, with a store “in Banchi”. Matteo Florimi's chalcographic activity was several times joined by master engravers such as Cornelis Galle, Arnoldo Arnoldi, Pieter de Iode, Jan Sadeler and artists such as Francesco Vanni, Ventura Salimbeni and Alessandro Casolani, with whom the printer collaborated in the preparation of religious subjects. Florimi's cartographic activity produced prints of many cities and territories around the world, which were never drawn for him, but were manipulations of already existing reliefs, or of maps published by other printers. In the second half of the sixteenth century, Florimi was far-sighted in devoting himself to the production of bird's-eye views of cities as faithfully as possible. ' Florimi copied some maps by Antonio Lafreri, Claude Duchet, Abraham Ortelius. As far as map engraving work was concerned, in 1600, Matteo Florimi called the Flemish engraver Arnoldo degli Arnoldi to work in his workshop with the promise of greater compensation than that bestowed upon him by Giovanni Antonio Magini, with whom the artist was working. This offer by Florimi triggered the wrath of Magini, who, though not naming him, called him an . Cfr.
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