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Stampe

Giacomo Filippo Ameti(Roma 1654 - Roma 1707)

Patrimonio di S. Pietro olim Tusca Suburbicaria con le sue più cospicue strade antiche, 1696

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Dettagli

Incisori
Giacomo Filippo Ameti(Roma 1654 - Roma 1707)
Soggetto
Disegnatori
Stato di conservazione
In ottimo stato
Copia autografata
No
Originale
No

Descrizione

Giacomo Filippo Ameti
(Roma 1654 - Roma 1707)

Patrimonio di S. Pietro olim Tusca Suburbicaria con le sue più cospicue strade antiche, 1696

Acquaforte
misure: mm 1130 x 835

Geografo e cartografo italiano. Si forma a Roma, città che a partire dalla fine del Cinquecento ospita la sua famiglia di origine torinese. La sua notorietà è legata soprattutto alla realizzazione di due carte: Il Lazio con le sue più cospicue strade antiche e mo­derne e principali casali, e tenute di esso (Roma, Domenico De Rossi, 1693) e il Patrimonio di S. Pietro, olim Tuscia suburbicaria: con le sue più cospicue strade antiche, e moderne, e principali casali, e tenute di esso (Roma, Domenico de Ros­si, 1696) dedicata al cardinal Nerli. Queste carte sono molto simili a quelle realizzate da Innocenzo Mattei, geografo pontificio, (Roma 1626 - Faenza 1679) ma risultano ancor più dettagliate.

Per volere di Papa Alessandro VII, che affida a diversi topografi e agronomi l'incarico di formare il catasto dell’Agro Romano, Ameti realizza due grandi carte della parte settentrionale e meridionale di Roma. Questo foglio presenta, in alto a sinistra, un grande cartiglio dove oltre alla data 1696 ed al nome dell’editore Domenico de Rossi, leggiamo la dedica al cardinale Francesco Nerli. Il territorio è descritto nei minimi dettagli: troviamo la rappresentazione delle zone boschive, delle alture e l'indicazione dei centri abitati oltre alla raffigurazione dei laghi di Bolsena, di Bracciano e dello Stagno di Orbetello. Carte di tale importanza e prestigio che vennero inserite, assieme a quella del Mattei, nella seconda edizione del Mercurio Geografico: atlante della tipografia De Rossi, edito a Roma tra il 1660 e il 1730.

Impressione eccellente in quattro fogli montati, fresca e ricca coloritura coeva.

Bibliografia: Frutaz, Le carte del Lazio, pp. 75-77; Almagià, Documenti Cartografici dello Stato Pontificio, pp. 40-42, 73.
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