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Stampe

PIRANESI Giovan Battista

Sepolcro Regio, o Consolare, inciso nella rupe del Monte Albano.

1764

1800,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1764
Luogo di stampa
Roma
Formato
650 X 555
Incisori
PIRANESI Giovan Battista
Descrizione
Focillon, 511; Petrucci, 460, p. 26, 1953; Wilton – Ely 644.

Descrizione

Acquaforte e bulino, numerata in alto a destra: Tav.III. Nel cartiglio in basso a sinistra: ' Sepolcro Regio, o Consolare, inciso nella rupe del Monte Albano or / nel Conv. to de' PP. Francescani a Palazzuolo. Niuno degli antichi scrittori / ne parla, e la mancanza dell'iscriz.ne col guasto delle facce delle figure / sottoposte al feretro, fa che non possa dirsi a chi sia appartenuto in / ispecie. La finezza della scultura n' esclude i Consoli de' tempi poste= / riori, né quali quest'arte avea perduto il pregio. Or avendo essa / fiorito da principio di Roma fino alla successione di molti Cesari, / non v'è rag. ne per cui il sepolcro sia piuttosto di qualche Console, / che di alcuno de' Re, dacchè i dodici fasci, e lo scettro eburneo col / globo e l'aquila in cima, sono state insegne comuni agli uni ed agli altri. / La stanza sepolcrale poi rimane incavata nel monte nella parte superiore / del sepolcro dietro la gradinata nel sito ' A. / Piranesi F. ' Dalla prima edizione delle Antichità d’Albano e di Castel Gandolfo Descritte ed incise da Giovambattista Piranesi edita a Roma nel 1764. Gli studi archeologici di Piranesi nella zona del lago di Albano, iniziati con il suo lavoro sull'Emissario, furono fortemente incoraggiati da papa Clemente XIII, la cui residenza estiva a Castel Gandolfo si affacciava sul lago. Su suggerimento di questo importante mecenate, che contribuì a sostenere le notevoli spese, l'artista realizzò un trattato particolarmente bello dedicato alle antichità locali e dedicato al Papa. In quest'opera, spesso legata alle opere sull'Emissario e le Due Spelonche, Piranesi estese le sue tecniche illustrative combinando vedute emotive con diagrammi altamente tecnici, e spesso speculativi, su aspetti della costruzione romana. Il volume dedicato alle Antichità d'Albano e di Castel Gandolfo fu edito da Giovanni Battista Piranesi nel 1764, anno in cui vide la luce anche quello che descrive Le Antichità di Cora. La data è incisa sul frontespizio che apre l'opera a stampa, in basso a destra, accompagnata dal luogo di edizione: In Roma l'anno 1764. Una cronologia, questa, che risulta confermata dal Catalogo delle opere incise risalente al 1763-64 dove, insieme alla nota manoscritta relativa al volume dell'Emissario con il numero delle tavole e il prezzo di vendita, si dà notizia che nel maggio 1764 sarebbero state pubblicate le Antichità di Cora e di Albano. L'annuncio fu puntualmente rispettato e nel successivo catalogo di vendita, datato agli anni 1764-65, nello stesso luogo in cui era inciso il titolo dell'Emissario si legge il titolo del nuovo volume sulle Antichità d'Albano e di Castel Gandolfo con 55 tavole, incluse anche quelle edite due anni prima relative all'Emissario e alle Spelonche, accompagnate dai rispettivi testi tipografici. Il libro dedicato alle Antichità è costituito da 26 pagine di testo, 27 tavole numerate e due prive di numerazione (una stampata sotto la tav. VI e l'altra sotto alla tav. XXVI) per un totale di 31 matrici comprendendo i due frontespizi e la vignetta di testa, tutte conservate presso l'Istituto centrale per la grafica. Title: Royal or Consular Tomb Carved into the Rock Face of Mount Albano… ' (Sepolcro Regio, o Consolare, inciso nella rupe del Monte Albano…) Etching and engraving, numbered upper right Tav.III. Signature, lower rigt, on a scroll: Sepolcro Regio, o Consolare, inciso nella rupe del Monte Albano or / nel Conv. to de' PP. Francescani a Palazzuolo. Niuno degli antichi scrittori / ne parla, e la mancanza dell'iscriz.ne col guasto delle facce delle figure / sottoposte al feretro, fa che non possa dirsi a chi sia appartenuto in / ispecie. La finezza della scultura n' esclude i Consoli de' tempi poste= / riori, né quali quest'arte avea perduto il pregio. Or avendo essa / fiorito da principio di Roma fino alla successione di molti Cesari, / non v'è rag. ne per cui il sepolcro sia piuttosto di qualche Console, / che di alcuno de' Re, dacchè i dodici fasci, e lo scettro eburneo col / globo e l'aquila in cima, sono state insegne comuni agli uni ed agli altri. / La stanza sepolcrale poi rimane incavata nel monte nella parte superiore / del sepolcro dietro la gradinata nel sito ' A. / Piranesi F. ' From the first edition of Antichità d’Albano e di Castel Gandolfo Descritte ed incise da Giovambattista Piranesi Roma, 1764. Piranesi's archaeological studies in the area of Lake Albano, initiated by his work on the Emissario, were greatly encouraged by Pope Clement XIII whose summer residence at Castel Gandolfo overlooked the lake. At the suggestion of this major patron, who helped to defray the considerable costs, the artist produced a particularly handsome treatise devoted to the local antiquities and dedicated to the Pope. In this work, which is often bound with the works on the Emissario and the Due Spelonche, Piranesi extended his illustrative techniques of combining emotive vedute with highly technical, and often speculative, diagrams on aspects of Roman construction. Cfr. Focillon, 511; Petrucci, 460, p. 26, 1953; Wilton – Ely 644.
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