In alto, nel cartiglio a sinistra, il titolo ' TERRITORIO DI VERONA; ' a destra la scala grafica ' Scala di Miglia dieci ' (10 miglia pari a mm 60). Nel cartiglio in basso a destra, dove si notano delle abrasioni è incisa la dedica: ' All’ Ill.mo ' mio Sig:r ' et P[at]ron[us] Col.o ' il Sig:r ' Co: Fabio Pepoli Marchese della Preda ' & ' c. Fabio di Gio[vanni] Ant.o ' Magini. ' Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei punti cardinali ' Septentrio, Meridies, Oriens, Occidens, ' il nord a destra. Graduazione ai margini di 1’ in 1’ da 44° 45’ a 45° 51’ di latitudine, e da 32° 50’ a 34° 10’’ di longitudine. “Del territorio veronese non conosciamo carte manoscritte anteriori alla metà del secolo XVI. La carta maginiana deriva dalla più antica carta a stampa di tale territorio, quella di Bernardino Brognolo, perito dei beni inculti, architetto e scrittore, edita a Venezia da Paolo Furlani nel 1574, più tardi altre volte ripubblicata, inserita anche, in dimensioni ridotte, nella edizione 1601 del ' Theatrum ' dell'Ortelio, utilizzata da Mercator per la carta ' Veronae, Vicentiae et Patavii ditiones. Anche in questo caso le analogie sono strettissime, così per la idrografia, come per la situazione e nomenclatura dei centri abitati, non solo per tutto il territorio veronese propriamente detto, ma anche per la riva bresciana del lago di Garda e per il Trentino a valle di Trento. Magini ha soppresso le strade che figurano nella carta del Brognolo ha poi introdotto qualche correzione sul rame nell'area a nord di Mantova” (cfr. R. Almagià, ' L'Italia di Giovanni Antonio Magini e la Cartografia dell'Italia nel secolo XVI e XVII ' (1922), p. 38). Carta geografica tratta dal ' L’Italia ' a cura di Fabio Magini, edito a Bologna nel 1620, tre anni dopo la prematura morte del padre. Composta da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnoldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright. ' Bibliografia R. Almagià, ' L'Italia di Giovanni Antonio Magini e la Cartografia dell'Italia nei secoli XVI e XVII ' (1922): pp. 36-48, n. 7. In alto, nel cartiglio a sinistra, il titolo ' TERRITORIO DI VERONA; ' a destra la scala grafica ' Scala di Miglia dieci ' (10 miglia pari a mm 60). Nel cartiglio in basso a destra, dove si notano delle abrasioni è incisa la dedica: ' All’ Ill.mo ' mio Sig:r ' et P[at]ron[us] Col.o ' il Sig:r ' Co: Fabio Pepoli Marchese della Preda ' & ' c. Fabio di Gio[vanni] Ant.o ' Magini. ' Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei punti cardinali ' Septentrio, Meridies, Oriens, Occidens, ' il nord a destra. Graduazione ai margini di 1’ in 1’ da 44° 45’ a 45° 51’ di latitudine, e da 32° 50’ a 34° 10’’ di longitudine. “Del territorio veronese non conosciamo carte manoscritte anteriori alla metà del secolo XVI. La carta maginiana deriva dalla più antica carta a stampa di tale territorio, quella di Bernardino Brognolo, perito dei beni inculti, architetto e scrittore, edita a Venezia da Paolo Furlani nel 1574, più tardi altre volte ripubblicata, inserita anche, in dimensioni ridotte, nella edizione 1601 del ' Theatrum ' dell'Ortelio, utilizzata da Mercator per la carta ' Veronae, Vicentiae et Patavii ditiones. Anche in questo caso le analogie sono strettissime, così per la idrografia, come per la situazione e nomenclatura dei centri abitati, non solo per tutto il territorio veronese propriamente detto, ma anche per la riva bresciana del lago di Garda e per il Trentino a valle di Trento. Magini ha soppresso le strade che figurano nella carta del Brognolo ha poi introdotto qualche correzione sul rame nell'area a nord di Mantova” (cfr. R. Almagià, ' L'Italia di Giovanni Antonio Magini e la Cartografia dell'Italia nel secolo XVI e XVII ' (1922), p. 38). Carta geografica tratta dal ' L’Italia ' a cura di Fabio Magini, edito a Bologna nel 1620, tre anni dopo la prematura morte del padre. Composta da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnoldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright. ' Bibliografia R. Almagià, ' L'Italia di Giovanni Antonio Magini e la Cartografia dell'Italia nei secoli XVI e XVII ' (1922): pp. 36-48, n. 7. Cfr.