Bulino, 1564, datato e firmato “Gas/ .P. F. /1564” su una tavoletta sotto il piede di Cupido; su un’altra tavoletta, in basso al centro, l’iscrizione L./PENIS/.R./.IN.' Da un soggetto di Luca Penni.Nel margine inferiore, due distici in latino 'Mortiferis spinis toto sum corpore loesa./Purpurea estq. meo sanguine facta rosa./Dulcis amor causa est: sed nil mea vulnera curo./Eripiam crudis dum puerum manibus'.Esemplare nel secondo stato di tre, con l’indirizzo di Antonio Lafrery aggiunto in basso a destra all’excudit di Niccolò Nelli posto al centro, tra i due distici. Magnifica prova, ricca di toni e ben contrastata, impressa su carta vergata, con filigrana non leggibile, completa della linea marginale, una piega di carta sul margine sinistro, verso il basso, nel complesso in eccellente stato di conservazione. Questa magnifica incisione, è una copia, nello stesso verso e all’incirca delle stesse dimensioni, di un bulino di Giorgio Ghisi, datata 1556.Si tratta di una delle sei incisioni, finora conosciute, che nel 1564 Gaspar ab Avibus dal suo maestro Giorgio Ghisi. L’inventor dichiarato del soggetto è Luca Penni, pittore e disegnatore.Alla lettera “Sono ferita i tutto il corpo da spine mortali/ e col il mio sangue ho reso purpurea la rosa/ l’Amore ne è la causa, ma non mi preoccupo delle ferite/ finchè (non) strapperò dalle mani crudeli il fanciullo.Nell’incisione è raffigurata in primo piano Venere, con i piedi immersa nell’acqua che osserva di nascosto la scena sullo sfondo con Adone inseguito da Marte.I versi chiariscono l’immagine: “Sono ferita i tutto il corpo da spine mortali/ e col il mio sangue ho reso purpurea la rosa/ l’Amore ne è la causa, ma non mi preoccupo delle ferite/ finchè (non) strapperò dalle mani crudeli il fanciullo.” Venere è stata punta da alcune spine e il suo sangue ha colorato di rosso una rosa. La dea però non si cura delle ferite perché ha in animo di salvare il giovane e amato Adone dalle “mani crudele” di Marte.Secondo alcune versioni del mito infatti, la dea di punge con una spina di rosa mentre sta correndo in soccorso di Adone inseguito da Marte e macchiate dal sangue della dea, le rose da bianche diventarono rosse. //// Engraving, 1564, inscrideb on a tablet lower right “Gas/ .P. F. /1564”.Inscribed on a tablet lower centre: '.L./PENIS/.R./.IN.', and in the lower margin with a Latin poem of two distychs: 'Mortiferis spinis toto sum corpore loesa./Purpurea estq. meo sanguine facta rosa./Dulcis amor causa est: sed nil mea vulnera curo./Eripiam crudis dum puerum manibus'.Example in the second state, of three, with “Ant. Lafrerij Formis” added in the bottom right corner to the inscription “Niccolaus /Nelli exc” in a diamond in center of bottom margin. Magnificent example, rich tones and good contrast, printed on laid paper with an unidentified watermark, complete of the marginal line, a paper fold in the left margin, overall in excellent condition.This magnificent work is a copy, in the same direction and about the same size, after Giorgio Ghisi’engraving, dated 1556.It is one of six engravings, so far known, that in 1564 Gaspar ab Avibus made after his teacher Giorgio Ghisi.The composition for this print is based on a design (now lost) by Luca Penni, who in turn was influenced by an episode in the Hypnerotomachia Polifili, as can be seen in the poses of the three main figures. In this episode, Venus scratches her leg upon a rosebush, while Mars attacks Adonis. It is the blood of Venus which transforms the white rose to red.The Latin inscription at the bottom of this Ghisi print gives us a clue as to what is happening: "With deadly thorns I have been wounded in my whole body, and the rose has become purple through my blood/Sweet love is the cause, but in no way do I care for my wounds [i.e., I won't attend to my wounds at all] Until I rescue the boy from cruel hands” A very rare work G. Streliotto, Gaspar ab Avibus, p. 24 n. 4; Bartsch XV, 400 n. 40; Lewis, p. 95 n. 22; Bellini, pp. 129-135