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Libro

Sannazaro Iacopo

Arcadia di M. Giacomo Sannazaro, nuovamente corretta, & ornata di Annotationi, & Dichiarationi di tutte le voci oscure, così Latine, come Volgari. Da M. Francesco Sansovino. Con le Rime di esso Autore, & la sua vita descritta dal Giovio. In Vinegia, Presso Altobello Salicato, Alla Libraria della Fortezza, 1586. In 12, [mm. 129 x 70 ], cc. (4) – 122. Il quinterno G (cc. 73-84) è malnumerato con le carte dispare ripetute due volte, senza che siano numerare le pari. Unito con: Rime di M. Giacomo Sannazaro, nuovamente corrette et rivedute. In Vinegia, Presso Altobello Salicato, Alla Libraria della Fortezza, 1585. pp. 96.

750,00 €

Editoriale Umbra (Foligno, Italia)

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Dettagli

Autore
Sannazaro Iacopo
Soggetto
ANTIQUARIATO

Descrizione

In pergamena floscia coeva con titolo manoscritto verticalmente al dorso. Tracce di bindelle. Lavoro di tarlo alla copertina anteriore ed al primo quinterno che interessa minimamente le note tipografiche. Primo e secondo quinterno lenti. Qualche macchia ai margini. Capilettera e fregi fioriti, incisi in legno. Marca tipografica ai frontespizi delle due opere raffigurante la Fortezza che sorregge la parte superiore di una colonna spezzata, entro cornice figurata con il motto Materia superat opus. Al risguardo anteriore nota di possesso: Stephanus […]iensis. Altra al frontespizio Stephanus Drudae e quindi al risguardo posteriore: Ad Usum Mei I.tis Bap[tis]tae Drudae. Alla copertina anteriore annotazioni numeriche e disegno floreale ad inchiostro. A quella posteriore piccola etichetta. La prima opera con il commento di Francesco Sansovino (1521-1583) che la dedica a Vicino Orsino, è preceduta dalla vita dell’autore scritta da Paolo Giovio ed è localizzata in sole cinque biblioteche italiane in EDIT 16. Il Sannazaro, da antica famiglia della Lomellina, nacque a Napoli nel 1458, entrò al servizio del duca di Calabria su raccomandazione di Giovanni Pontano che nella sua accademia gli aveva dato il nome di Actius Syncerus (Sincero è il nome del protagonista dell’Arcadia). Quando Re Federico III d’Aragona fu costretto a lasciare Napoli in esilio, lo seguì in Francia. Tornato poi a Napoli nel 1504 trascorse il resto della vita a Mergellina nella villa donatagli dal sovrano, dove “per il dolore d’uno sdegno cadde infermo a morte”. La seconda opera, dedicata “Alla Honestissima et nobilissima Donna Cassandra Marchesa” - amata dal poeta - è invece registrata in sole quattro biblioteche italiane.