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Libro

[Casanova, Giacomo - Piazza Antonio]

Discorso all’orecchio di Monsieur Louis Goudar

s. n.,, 1776

non disponibile

Pontremoli srl Libreria Antiquaria (MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1776
Luogo di stampa
Londra [ma Venezia],
Autore
[Casanova, Giacomo - Piazza Antonio]
Pagine
pp. 55 [1 bianca].
Editori
s. n.,
Formato
in 8°,
Edizione
Edizione originale.
Soggetto
Letteratura Antica
Descrizione
brossura coeva muta in bella carta fiorata,
Lingue
Italiano
Legatura
Brossura
Prima edizione

Descrizione

LIBRO Edizione originale. Esemplare in ottime condizioni (lievissima gora al margine inferiore delle prime carte, lontana dal testo, e minuta mancanza all’angolo inferiore esterno della prima carta), molto fresco e a pieni margini. Gustosissimo e raro libello che Casanova scrisse insieme ad Antonio Piazza contro l’amico di un tempo Ange Goudar. –– «Uomo di spirito, ruffiano, ladro al gioco, spia della polizia, falso testimonio, scaltro, ardito e sconcio». Con queste parole (si cita da Bignami, «Casanova e il mio tempo», p. 1) Giacomo Casanova aveva definito Ange Goudar, insieme al quale non solo aveva trascorso un felice periodo a Londra nel 1763, ma aveva anche pubblicato «L’espion chinois» nel 1764. A distanza di una decina d’anni i rapporti tra i due erano definitivamente deteriorati: Goudar, qui chiamato Louis, nel suo libretto «Lettre de madame Sara Goudar sur le carnaval de Toscane» (1776) si scagliò contro la traduzione omerica che Casanova andava approntando, e di cui l’anno precedente era uscito il primo volume. La risposta del veneziano non si fece attendere: coinvolto l’amico scrittore Antonio Piazza, stese il presente pamphlet, facendo a pezzi l’opera e la figura dell’avversario, e concludendo con un pungente epitaffio di Goudar: «Qui giace quel Goudar, fiero e scortese, / che tutte degli error calcò le vie / e per trattar di ciò che non intese / tante scrisse, e stampò, c. . / Gareggiò nel bandirlo ogni paese, / perch’Ei far non voleva opere pie: / si credeva il maggior di ogni mortale, / ma un buffon sempre visse, e morì tale». Il ritratto al frontespizio, a dispetto di quanto recita l’iscrizione a caratteri romani sotto il medaglione, non è di Ange Goudar, ma di un personaggio sconosciuto. L’edizione è piuttosto rara, se ne contano solo una decina di copie nell’Opac Sbn. Childs 1956, sez. A, p. 37, n. XXII; Bignami, «Casanova e il mio tempo», pp. 13-4, n. 6.