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Libro

Iosephus Flavius

F. Iosephi Antiquitatum Iudaicarum libri XX. Adiuncta est simul Iosephi vita ab ipso literis mandata. Omnia à Sigismundo Gelenio è Graeco in sermonem Latinum conuersa. De bello Judaico libri VII. Graecorum codicum collatione per Sigis. Gelenium casti

apud haeredes Iacobi Iunctae,, 1566

850,00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico (Modena, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1566
Luogo di stampa
Lugduni,
Autore
Iosephus Flavius
Editori
apud haeredes Iacobi Iunctae,
Soggetto
JUIFS STORIA CLASSICI LATINI ISRAELE GERUSALEMME GUERRE, GIUDAICHE
Lingue
Italiano

Descrizione

(12), 702, (30) pp. Legatura originale in piena pergamena floscia con titolo manoscritto in ele gante grafia coeva al dorso. Vecchio restauro alla pergamena dei piatti con qualche integrazione ai piatti. Un leggero alone al margine esterno delle prime 20 carte, mai intensa o fastidiosa (per la massima intensità si veda il frontespizio). Un leggerissimo alone alle ultime 4 carte, non fastidioso o significati. E nel complesso, esemplare in buone condizioni di conservazione, arricchito dal bel titolo al dorso. Antiche note di proprietà privata la frontespizio, alcune anticamente cancellate ma leggibili: “Livi Muse Petri, Stelle Luce; Ex lib. Bart. De Rossi” ed una leggibile “Ex Libris De Rossi”. Piccola ed antica striscetta di rinforzo ed integrazioe al recto del margine esterno bianco del frontespizio. Testatine ed iniziali animate xilografiche. Alcune antiche note manoscritte al margine esterno di alcune pagine. Edizione magnificamente illustrata dalle incisioni del celebre incisore, orafo, pittore, scultore e medagliere francese Pierre Woeiriot de Bouzey (1532–1596?). Nel testo presente anche il “De impero rationis” a cura di Erasmo. Edizione fra le più rare, stampata dagli eredi Giunta a Lione, illustrata da Pierre Woeiriot de Bouzey, di questa celeberrima opera del grande scrittore, storico, politico e militare romano di origine ebraica, Tito Flavio Giuseppe (Gerusalemme, 37-38 circa – Roma, 100 circa). Flavio, appartenente ad una famiglia della nobiltà sacerdotale israelita, imparentata con la dinastia degli Asmonei, ricevette un'educazione tradizionale ebraica ma fortemente influenzata dalla cultura latina e greca. In giovane età fu vicino ai farisei, pur essendo ostile ai nazionalisti ebrei ed in particolare agli zeloti. Durante la Prima Guerra Giudaica del 66 fu tra i capi militari delle forze ribelli in Galilea. "Quando i ribelli, asserragliati dai romani a Iotapata, si resero conto dell'imminente sconfitta, pensarono subito al suicidio, pur di non cadere prigionieri nelle mani del nemico, ma Giuseppe li convinse dell'immoralità di tale gesto e propose in alternativa la possibilità che, a turno, ognuno di loro togliesse la vita all'altro; con un particolare e complesso stratagemma (conosciuto oggi in ambito matematico c ome il Problema di Giuseppe) riguardante l'ordine di questo ciclo di morti, riuscì a fare in modo da restare l'ultima persona in vita del gruppo di ribelli e, invece di uccidersi, si consegnò spontaneamente ai Romani. Durante l'incontro con il comandante delle forze romane in battaglia, Tito Flavio Vespasiano, Giuseppe gli predisse che sarebbe diventato imperatore … "In Antichità giudaiche Flavio Giuseppe racconta la storia del popolo ebraico dalle origini fino all'epoca immediatamente precedente la guerra giudaica del 66-70. Quest'opera contiene preziose notizie relative ai movimenti religiosi del giudaismo del I secolo, come gli Esseni, i Farisei e gli Zeloti. Il Libro XX (da 197 e seguenti) contiene il racconto della dinastia di Anano e del martirio di Giacomo, fratello di Gesù "soprannominato il Cristo" (Libro XX, 200). Essa contiene anche il cosiddetto Testimonium flavianum, ovvero un breve passo che menziona la predicazione e la morte di Gesù, confermando sostanzialmente il resoconto dei Vangeli. Benché questo passo sia considerato da alcuni storici, tra i quali E. Schürer e H. Chadwick, in tutto o in parte, una falsificazione inserita in epoca cristiana, esso fu conservato nell'originale greco da parte della Chiesa cristiana; mentre uno studio del 1971 di Shlomo Pines dell'Università Ebraica di Gerusalemme su un codice arabo del X secolo sembra confermare che si tratti di un riferimento al Gesù Cristo dei Vangeli.". Magnifica edizione illustrata e fra le meno comuni del cinquecento. Rif. Bibl.: ICCU IT\ICCU\BVEE\012675; Biblioteca digital Memoria de Madrid, B 23924; BHM.Catálogo de incunables y obras s. XVI, 2002, 292.