Libro
Giorgio Scerbanenco
Il cavallo venduto. Prima edizione agosto 1963
50,00 €
Bosazzi Firenze Studio Bibliografico (Garda, Italia)
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Dettagli
Descrizione
Nel romanzo di Scerbanenco l'azione è spostata di alcune generazioni in avanti rispetto al romanzo di De Rossignoli. L'esplosione è ormai lontana, affondata in un ambito quasi mitico, ma i suoi effetti continuano. L'umanità è stata sprofondata in uno stato semi primitivo, tanto che i piccoli insediamenti vengono chiamati "colonie", quasi fossero teste di ponte per la conquista di un territorio alieno e per il romanzo sembra quasi si rincorrano due sole parole, "armi" e "caricatori". Scopo dell'uomo sembra l'incessante ricerca dei caricatori per nutrire i fucili, questi vengono barattati, comprati, venduti, depredati, servono per la difesa ma anche per l'offesa ed un carro incrociato sulla strada può rivelarsi una trappola mortale.
Anche qui abbiamo Milano, ma in questo caso Milano sembra non essere una città vera, quanto il luogo di una falsa utopia; da tutta l'Italia carovane di gente si snodano per le strade malsicure per raggiungere Milano, dove stanno riedificando una città con le case di pietra, ma c'è da chiedersi quanto ciò sia una buona cosa. Per entrare bisogna consegnare tutti propri beni e barattare la propria libertà, chi entra nella città non ne uscirà mai più, perché così vogliono i governanti, ed hanno leggi e soldati per farsi obbedire. Ecco allora, che nelle parole del folle che grida inascoltato alla tendopoli di persone che aspettano di poter entrare, "Andare a Milano è come vendere il proprio cavallo migliore per un sacco di grano guasto", perché ricostruire Milano come la stanno ricostruendo, vuol dire ricostruire la civiltà che ha portato le bombe.