Il Ruwenzori. Viaggio di esplorazione e prime ascensioni delle più alte vette nella catena nevosa situata fra i grandi laghi equatoriali dell’Africa centrale.

Ulrico Hopeli Editore Libraio della Real Casa, Milano, 1908. Relazione del Dott. Filippo De Filippi. Illustrata da Vittorio Sella, Membro della spedizione. In 4to, front. con titolo in rosso / nero, pagina di dedica (A Sua Maestà la Regina Madre Margherita di Savoia è rispettosamente dedicato questo libro ove è narrata l'impresa che da lei ebbe la bandiera ed il motto inspiratore “Ardisci e Spera”), pp. XI di discorso preliminare e Indice, 358 (con la collocazione delle tavole fuori testo, dei panorami e delle carte) + 1, ill. in antip. e f. t. in b/n, protette da veline e anche ripiegate, leg. in tutta tela blu con titoli argento. Dove avevano fallito esploratori inglesi come Henry Stanley riuscì Luigi Amedeo di Savoia che già aveva raggiunto i 5.849 metri del Sant’Elia in Alaska guidato la spedizione al Polo Nord e si preparava ad assaltare il K2. Cent’anni or sono il suo obiettivo era un massiccio innevato nel cuore dell’Africa al confine tra Uganda e Congo. I ghiacci perenni che svettano sulla linea dell’equatore alimentano i laghi Alberto e Vittoria e il “grande padre” Nilo: quelle che il geografo Tolomeo nel secondo secolo dopo Cristo aveva battezzato “Montagne della luna”, mentre il popolo Bakonjo le chiama Ruwenzori (“monti della pioggia” perché sempre avvolti dalle nubi), sono la mamma dell’Africa. Tra poesia e nebbie al culmine di una spedizione durata tre mesi, il figlio del primo Duca d’Aosta conquistò i 5.119 metri della vetta, dandole il nome della regina Margherita, come la cima del Monte Rosa. Si è sciolta la tavola f. t fra le pp. 112 - 113, con uno strappo alla velina, e la tavola fra le pp. 160 -161, peraltro ottima conservazione.