Nicolai Leoniceni vicentini, philosophi & medici clarissimi, Opuscula: quorum catalogum versa pagina indicabit. Per D. Andream Leennium medicum, à multis quibus scatebant vitijs, repurgata, atque annotatiunculis illustrata

Folio (cm. 29), 4 cc.nn., 157 (i.e. 175) pp., 1 c.nn. (segue) Aurelianius Caelius, Caelii Aureliani siccensis Tardarum Passionum Libri V., D. Oribasii sardi iuliani Caesaris archiatri Euporiston lib:III. Medicinae compen: lib:I. Curationum lib:I. Trochiscoru confect:lib:I, Basileae mense Augusto, Henricu Petrus 1529, 10 cc.nn., 345 (i.e. 247) pp. Numerosi capilettera figurati. Legatura settecentesca in piena pergamena con titolo manoscritto al dorso (bruniture sparse e un piccolo foro nella parte inferiore del dorso). Tagli marmorizzati. Assente l’ultima carta non numerata della prima opera (marca tipografica). Margini superiori sobri e lieve lacuna al margine laterale delle prime 120 carte della seconda opera. Nella stessa è tagliato al frontespizio (per censura) il nome dell’editore e, sempre in quest’ultima, un foro di tarlo interessa una minima parte del testo da carta 257 a carta 269. Nel complesso, pur tenendo conto delle caratteristiche descritte, si tratta di un esemplare molto buono, con interni generalmente ottimi e assai freschi(tranne modeste ingialliture in qualche carta) che unisce tre importanti contributi in prima edizione: il primo di un caposcuola italiano della medicina umanistica, il secondo di un autore bizantino, il terzo di un medico africano di cittadinanza romana. Gli Opuscoli di Leoniceno raccolgono i seguenti scritti: De Plinij & plurium aluirum Medicorum in medicina erroribus, De tribus doctrinis ordinatis, secundum Galeni sententiam, De virtute formativa, De dipsade & pluribus aòijs serpentibus, De Tito seu vipera, De morbo Gallico sive Neapolitano, Contra suarum translationum obtrectatores Apologia, Medici Romani. Nicolai Leoniceni discipuli, Anisophista. Della seconda opera ed in particolare dell’Euporiston di Oribasio, Fielding H. Garrison (An introduction of medicine, Philadelphia and London 1921 p. 112) scrive che ‘had rare merit of avoiding any current superstitions and inculeating sound therapeutic doctrine’. Sulla prima opera: Durling, 2788; Wellcome, 3743. Sulla seconda: Durling, 358.Wellcome, 546.