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Libri antichi e moderni

Grandi Guido (Pseudonimo Di Francesco Lodovico Grandi)

Sectionum conicarum synopsis cujus auctor D. Guido Grandus Cremonen: Abbas Camaldulensis, fuique Ordinis, Apostolico Privilegio Ex-Generalis, in Pisana Universitate Mathematicae Professor, ac Magni Ducis Ethruriae Theologus, & Mathematicus, è Regia S

expensis Bernardini Gessari,, 1737

1100,00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico

(Modena, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1737
Luogo di stampa
Neapoli,
Autore
Grandi Guido (Pseudonimo Di Francesco Lodovico Grandi)
Editori
expensis Bernardini Gessari,
Soggetto
RODONEE CREMONA RARITA' BIBLIOGRAFICA ALGEBRA
Lingue
Italiano

Descrizione

In 8° (19x11,4 cm); (12), 104 pp. e 9 c. di tav. più volte ripiegate. Legatura coeva in piena pergamena molle con titolo manoscritto al dorso. Qualche macchiolina di foxing dovuta alla qualità della carta, ininfluenti e nel complesso in buone-ottime condizioni di conservazione. Incisione xilografica al frontespizio e alcune iniziali xilografiche nel testo. Prima assai rara edizione dell'ultima opera del celebre matematico e filosofo cremonese, Luigi Guido Grandi, pseudonimo di Francesco Lodovico Grandi (Cremona, 1º ottobre 1671 – Pisa, 4 luglio 1742) che fu tra i massimi matematici del suo tempo e uno dei primi in Itala ad introdurre le nuove concezioni filosofiche e matematiche di Leibniz e Newton. Formatosi nel Collegio dei Gesuiti di Cremona, sotto la guida di Giovanni Girolamo Sacchieri, a soli 16 anni entrò nel monastero camaldolese ravennate di Classe. Perfezionò poi i suoi studi a Roma e Firenze. Qui nel 1700 divenne professore di Filosofia nel monastero camaldolese della città. Nel 1703 pubblicò la sua prima opera matematica “La quadratura del cerchio e dell'iperbole” nella quale scoprì lo stesso paradosso matematico poi esplicato da Leibniz e che prende il nome proprio da lui la “Serie di Grandi” che definisce come la somma parziale di una serie a segni alterni di numeri può non convergere. Membro della Royal Society. La sua fama crebbe notevolmente durante gli anni, tanto che già nel 1714 divenne matematico di corte presso il Granduca di Toscana e poi professore di matematica nell'Università di Pisa. Le sue conoscenze matematiche lo portarono a ricoprire anche la carica di Sovrintendente delle Acque del Granducato. A Lui si devono importanti lavori di drenaggio per la bonifica della Val di Chiana. Esperto conoscitore dell'opera di Galileo, collaborò con Tommaso Buonaventuri per la celebre riedizione delle opere galileiane uscita nel 1718. Grandi fu anche il primo a studiare la curva algebrica da lui chiamata “rodonea” per la forma che ricorda il rosone delle chiese romaniche e gotiche. A lui si deve la prima diffusione in Italia delle analisi degli infiniti e nella sua opera “De infinitis infinitorum” applicò per primo in Italia i metodi di Leibniz e Newton. Quella che qui presentiamo è la prima rara edizione dell'ultimo e più maturo lavoro di Grandi. Pubblicato per la prima volta in latino nel 1737, l'opera ebbe tale successo da essere poi riedita in italiano e latino, più volte nel corso del XVIII° secolo. Pur essendo la sua ultima opera stampata con l'autore ancora in vita, essa risulta essere molto rara da reperirsi sul mercato librario. A good copy, rare. Rif. Bibl.: ICCU IT\ICCU\RLZE\001727, IT\ICCU\UM1E\014219.