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Libro

De Vio, Tommaso (Cajetanus).

Summula Caietani. S. Xisti Cardinalis Illustrissimi, Ordinis Praedicatorum. Perquam Docta, Compendiose resoluta, & Secundum Sacrosancti Oecumenici, & Generalis Concilij Tridentini & canones, & capita castigatissima. Additis (Ut Vocant) Summariis & copiosa rerum praecipuarum Indice.

195,00 €

Botteghina D'arte Galleria Kúpros Studio Bibliografico (Rosignano Solvay, Italia)

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Dettagli

Autore
De Vio, Tommaso (Cajetanus).
Soggetto
Filosofia e religione - (Religione, Seicento)

Descrizione

Venezia, apud Societatem Minimam, 1601. In 12esimo, pp. (30), 606, front. con marca tip. (non censita) raffigurante un uccello che tiene nel becco un ramo con foglie, capilettera iniziale a ogni paragrafetto, leg. orig. in tutta perg. floscia con rimanenze di laccetti di chiusura. In questo manuale per confessori (scritto nel 1523 e messo all’indice nel 1559; prima e seconda edizione edite a Venezia dal Nicolinium, rispettivamente del 1571 e del 1584; ancora veneziana è quella del Bindonum, sempre del 1571; molte edizioni successive), l’A. enumera alfabeticamente innumerevoli peccati, e li gradua a seconda della gravità. Tra i casi trattati: aborto, adulterio, coito con animali, peccato mortale perché unione carnale con un essere imperfetto, poiché “ambulat manibus et pedibus”, incesto, meretricio, sodomia, apostasia, scisma, crudeltà eccessiva (solo i giudici possono decidere se uccidere o mutilare i malfattori; la mutilazione di propria iniziativa è generalmente peccato), emissione di libelli infamanti, ironia, istrioni, qualora si facciano gioco della Fede o della Legge; l’Alchimia non è sempre “vitiosa”, non è “illecita”, se “sine fraude”; Divinatio, Aruspicium, Auspicium, invece, sono sempre mortali, perché richiedono l’invocazione e l’ausilio dei demoni, così come l’Incantatio, i Malefici e i Sortilegi. Una dozzina di pagine sono dedicate all’Usura, ai vari casi che si possono presentare e ai personaggi che la praticano. Altre cinque pagine riguardano esclusivamente il Mons Genuensis o Monte Genovese, monte di Pietà sorto a Genova a fini umanitari, per sottrarre all’usura le fasce sociali più deboli. Recente timbro di appartenenza privata e antica annotazione alla prima pagina bianca, pergamena usurata e con insistita patina di sporco, sporchi i tagli delle pagine, sano e leggibile l’interno nonostante certe macchie di umidità.