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Libro

Morone, Nicolo (Moroni, D. Nicolai).

Tractatus Aureus. De Fide, Tregua, et Pace. Clarissimi Iuresconsulti. D. Nicolai Moroni Patricij Gualdensis. In quo omnia ferè continentur, quae in civilibus et criminalibus iudiciis frequentius in controversiam venire solent […].

560,00 €

Botteghina D'arte Galleria Kúpros Studio Bibliografico (Rosignano Solvay, Italia)

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Dettagli

Autore
Morone, Nicolo (Moroni, D. Nicolai).
Soggetto
Antropologia e diritto - (Diritto civile, Scuola Umbra, Gualdo Tadino)

Descrizione

Venetiis, Damianum Zenarum, 1574. Seconda edizione. In 8vo, front. con marca tip. al segno della salamandra (Salamandra incoronata tra le fiamme con motto “Virtuti sic cedit invidia”), pp. (96), 426, (1 c. b. in fine), alla prima p. capilett. xilo., leg. orig. in p. perg. morida con tracce di laccetti, tit. ms. al dorso. Variante del titolo “Tractatus de fide, tregua et pace”. (Adams I, p. 758 n. 1828). Nicola Morone, nato in Umbria, a Gualdo Tadino, con data incerta, fu giurista e uomo politico del Rinascimento gualdese. Il periodo rinascimentale, sull’onda del fervore intellettuale ed artistico di cui era pervasa tutta la penisola italica, vide anche a Gualdo Tadino il proliferare di artisti, letterati, medici e giuristi: tra questi ultimi una particolare menzione merita il Morone. Benché meno celebre del suo concittadino e contemporaneo Giandiletto Durante, il giureconsulto Morone fu fortemente legato alla vita politica e amministrativa della sua città natale, dove si distinse esercitando l’attività di avvocato e dove ricoprì importanti cariche pubbliche, fra cui quella di gonfaloniere e di “avvocato del comune”, come testimoniano le numerose arringhe conservate nei Libri Consiliari dell’Archivio Storico Comunale. Il fatto stesso che il suo ritratto compaia nella sala consiliare del Comune assieme a uomini illustri (tra i quali appunto Matteo da Gualdo e alcuni membri della famiglia Durante) rafforza l’opinione che questo personaggio abbia avuto indiscussi meriti e notorietà. Poche le notizie in merito alla sua vita e alla sua opera: possiamo ipotizzare sia nato intorno al 1515 – 1520, come pure mera supposizione è quella che abbia conseguito la laurea in giurisprudenza presso l’Ateneo Perugino intorno al 1540, dove erano soliti addottorarsi i giovani gualdesi. Dirimere controversie politico - territoriali era la sua attività principale; rivestì anche la funzione di Uditore di Rota in Perugia e poi in Firenze. Non conosciamo con esattezza l’anno della sua morte ma pare che nel 1591 fosse ancora in vita. E pubblicò questo trattato, il "De fide tregua et pace", una sorta di trattato di diritto internazionale. Le uniche notizie relative a quest'opera, sono quelle riportate dal Guerrieri nella sua "Storia civile ed ecclesiastica del Comune di Gualdo Tadino" dove ci informa di avere personalmente rinvenuto due edizioni dell’opera stampate entrambe a Venezia: la prima è del 1570, la seconda del 1574. Egli ci dice anche che il testo fu pubblicato, con aggiunte ed integrazioni, nel tomo XI, parte I del "Tractatus illustrium in utroque tum pontificii tum cesarei iuris facultate iurisconsultorum etc.", edito a Venezia nel 1584. L’unica cosa certa è che il libro sia ormai raro e che una copia del trattato fu esposta presso la Chiesa Pinacoteca di San Francesco, in occasione di una interessante mostra su cinquecentine e altri rari testi di emeriti gualdesi; nella circostanza una parte dei libri, tra cui anche il "De fide", venne data in prestito dalla Biblioteca Augusta di Perugia. Questo testo è il frutto del Morone della sua indiscussa esperienza maturata nel risolvere controversie di carattere politico territoriale, che spesso egli dovette affrontare quale rappresentante di spicco nella vita comunale. Sarebbe interessante riuscire ad approfondire i contenuti di questa opera, che potrebbe rivelarsi di grande attualità, soprattutto alla luce del significativo titolo: “fiducia nella tregua e nella pace”, parole a tutt'oggi immaginarie chimere in un mondo dove i rapporti tra stati sono soggiogati alla potenza delle armi e alla forza degli eserciti. Sbiadito in parte il titolo manoscritto al dorso ma esemplare fascinoso e genuino, molto ben conservato.