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Libro

Giovanni Romanidis, A. Ranzolin

Il peccato originale. Chi è l'uomo? Quale la sua storia?

Asterios, 2008

non disponibile

San Marco Editore Libreria (Trieste, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
2008
ISBN
9788895146119
Autore
Giovanni Romanidis
Pagine
179
Collana
Piccola bibliothiki (1)
Editori
Asterios
Formato
235×155×10
Soggetto
Religione-Filosofia, Cristianesimo, Filosofia della religione, Religioni comparate, Chiese Ortodosse e d’Oriente
Traduttore
A. Ranzolin
Stato di conservazione
Nuovo
Lingue
Italiano
Legatura
Brossura
Condizioni
Nuovo

Descrizione

Quando si pone come premessa il fatto che il principio della vera immortalità dell'uomo, considerato nella sua completezza, è l'atto vivificante e incorruttibilizzante della vivifica Trinità, e che la morte dell'uomo è dovuta al suo allontanamento dalla fonte della vita, diventa allora evidente che il cosiddetto misticismo della Chiesa greca non è un presunto elemento decorativo platonico, ma il presupposto medesimo della concezione biblica e patristica sull'uomo. Il cristiano ortodosso non è partecipe degli atti divini perché persegue l'unione con Dio secondo le indicazioni della filosofia, come se si trattasse di un contatto con un qualche intelligibile mondo platonico di idee; al contrario, il partecipare, nello Spirito, alla carne vivificante di Cristo ha il fine di espellere le forze del peccato che regna nella morte e nella corruzione, ripristinando nell'uomo il principio dell'immortalità, e di riportare l'uomo sulla via della perfezione e della divinizzazione. Una tematica simile non si pone tra gli Occidentali, dato che essi credono, in genere, che la morte provenga da Dio, che l'anima sia per natura immortale e che la destinazione dell'uomo sia semplicemente la propria, individuale felicità. Il misticismo dell'Occidente non è veramente cristocentrico. Non ha come fine la vivificazione e l'incorruttibilizzazione dell'uomo e la contemplazione, da parte dei giusti, della luce increata, ma la visione felice dell'essenza divina, cosa che i Padri greci ritengono inammissibile.