Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente.
Leggi l'Informativa Cookie Policy completa.

Sei in possesso di una Carta del Docente o di un Buono 18App? Scopri come usarli su Maremagnum!

Libro

Fabrizio Cordoano

L'ultimo zilath

Solfanelli, 2019

non disponibile

Tabula Fati - Solfanelli (Chieti, Italia)

Parla con il Libraio
non disponibile

Metodi di Pagamento

Dettagli

Anno di pubblicazione
2019
ISBN
9788833051307
Autore
Fabrizio Cordoano
Pagine
176
Collana
Pandora (72)
Editori
Solfanelli
Soggetto
Narrativa di ambientazione storica
Stato di conservazione
Nuovo
Lingue
Italiano
Legatura
Brossura
Condizioni
Nuovo

Descrizione

Nonostante l'amicizia del Senato e dell'intera città di Roma, Zatte sente di appartenere altrove. L'Etruria lo chiama e lui torna, accolto dall'anziano Turkal con tutta la sua famiglia: i gemelli Athe e Laerthe, Elea e Vulka. Ripreso il suo ruolo nella città di Caere, la sua fama di Zilath mechl rasnal corretto e rigoroso si diffonde velocemente fra le altre città della Lega, ma il suo successo genera invidia e ben presto produce veleno. A ciò si aggiunge la controversa posizione dei dodici Lucumoni nei confronti di Roma, dalla quale vogliono affrancarsi anche a costo di una guerra, ma Zatte non può e non vuole doversi schierare contro una città alla quale è legato da una profonda riconoscenza. Lo strappo è inevitabile, come lo sono i tentativi di convincerlo a cambiare la sua decisione con sotterfugi e attentati ai suoi cari. La casa di Zatte, così come l'Etruria tutta, diventano presto il palcoscenico di ratti e misfatti. L'evolversi concitato degli avvenimenti di questo volume racconta l'ultima fase dell'indipendenza della civiltà etrusca, la quale lotta per mantenersi autonoma dal potere dell'Urbe, che avanza conquistando i territori e omologando le culture. Zatte diventa così il simbolo dell'equilibrio precario di un popolo le cui tradizioni e le grandi opere verranno spietatamente ridotte a un oblio dal quale emergeranno parzialmente solo molti secoli più tardi.