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Libri antichi e moderni

Fulvio Osti

La traversara. L'improbabile storia di una via millenaria

Mimesis, 2020

non disponibile

Mimesis Edizioni (Sesto San Giovanni, Italia)

non disponibile

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Dettagli

Anno di pubblicazione
2020
ISBN
9788857573335
Autore
Fulvio Osti
Pagine
314
Collana
Mimesis
Editori
Mimesis
Formato
212×144×26
Soggetto
Archeologia del paesaggio, Cultura materiale, Trentino Alto Adige, Etruria
Stato di conservazione
Nuovo
Lingue
Italiano
Condizioni
Nuovo

Descrizione

La tesi che qui si cerca di sviluppare riguarda il fatto che delle popolazioni, gli Etruschi, dedite alla produzione di oggetti di alta qualità artigianale e avvezze alla loro commercializzazione ad alto raggio, siano state quelle forze che hanno innescato dinamiche tali da permettere, tra i tanti effetti a scala geografica, la riorganizzazione di una significativa porzione di territorio alpino oggetto di studio da parte dell'autore, anche attraverso una via-pista, la Traversara, che da Riva del Garda raggiungeva i dintorni dell'odierna Merano/Meran. Ciò ha riverberato e rilanciato nel tempo culture materiali e anche spirituali provenienti da luoghi lontani. L'onda lunga di civilizzazione provocata attorno ai secoli XII-X a.C. e partita dall'Asia Minore per mano dei Fenici, passata attraverso Greci ed Etruschi, si infrange su tutto l'arco alpino e oltre, portando arricchimento materiale e non solo: si pensi alla lunga parabola compiuta dall'alfabeto etrusco, già greco, indiretta emanazione e rielaborazione della scrittura fenicio-aramaica. Oltre all'acquisizione di recenti contributi storico-archeologici, la ricerca applica metodologie note in ambiente di pianificazione del territorio, al fine di dimostrare la sostenibilità storica e preistorica di questa importante via carovaniera. Nella seconda parte, alla quale la prima è in qualche maniera propedeutica, l'autore trova lo spazio per una riflessione personale di architetto e di cittadino dell'oggi sulle gravi criticità culturali del momento, in relazione a quello stesso territorio della Traversara, alla storia umana che lo ha segnato e alla cultura che questa convivenza ha prodotto nei millenni, che rischiano di naufragare alla luce dei fatti attuali. Il vento dell'industria turistica impone all'autore di veleggiare di bolina, tentando di vincere un'inerzia che sicuramente è più forte di lui. Nessuno nega il diritto dello sviluppo, purché, oltre che sostenibile, esso sia anche compatibile con le risorse naturali e storiche che ci vengono dal passato. Inoltre, il problema sembra che vada ben oltre il semplice rispetto e la conservazione dei luoghi, e che esso riguardi anche la maniera con la quale noi oggi organizziamo i nostri nuovi luoghi, spessissimo superficiali, volgari, dissipatori di risorse e privi dei loro significati più basilari. Il problema è palpabile e andrebbe affrontato con la dovuta energia per cercare di cacciare lontano il fantasma della vuotezza di questo scorcio di secolo, che rischia di fare di questo territorio una merce di scambio con la quale mettere in svendita la nostra anima.