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Libro

W.J.T. Mitchell, Federica Cavaletti

Scienza delle immagini. Iconologia, cultura visuale ed estetica dei media

Johan & Levi, 2018

25,65 € 27,00 €

Johan & Levi (Monza, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
2018
ISBN
9788860101990
Autore
W.J.T. Mitchell
Pagine
276
Collana
Saggistica d'arte (26)
Editori
Johan & Levi
Formato
157×230×17
Soggetto
Semiotica, Mass-media, Studi sui mezzi di comunicazione, Semiotica, semiologia
Traduttore
Federica Cavaletti
Lingue
Italiano
Legatura
Brossura
Condizioni
Nuovo

Descrizione

Se l'avvento del digitale e il rapido evolversi delle tecnologie hanno profondamente mutato le coordinate del visibile nonché il rapporto tra parola e immagine, tra esperienza e rappresentazione, nuove metodologie di ricerca si sono rese necessarie per indagare le ragioni della sempre più ampia produzione e circolazione delle immagini. Tra i padri fondatori di quel vasto campo di studi che si è affermato a livello internazionale con il nome di cultura visuale, W.J.T. Mitchell ha contribuito al grande rivolgimento di interesse teorico verso la "società dello spettacolo" e, coniando l'espressione pictorial turn, dagli anni novanta si è fatto promotore di un approccio filosofico che riconosce alle immagini lo stesso valore di interpretazione della realtà attribuito al linguaggio. Il lettore trova qui raccolti sedici fra i suoi più recenti saggi che spaziano dall'estetica dei media alla semiotica, in cui l'autore esamina la dimensione culturale delle immagini e i luoghi e i modi in cui esse si manifestano, attingendo nozioni e termini ormai entrati a pieno titolo nel vocabolario critico. Come la fortunata distinzione image/picture, dove con image si intende la rappresentazione mentale o la pura forma delle figure, ben distinta dalla picture attraverso cui si rivela, ovvero un oggetto materiale che si può bruciare, rompere o strappare, come un quadro o una scultura. Ricco di incursioni nella storia dell'arte, nel cinema e nella fotografia, ma anche nella politica e nella biocibernetica, questo volume pone le basi di una "scienza delle immagini" in cui il visuale diventa nesso imprescindibile tra ricerca umanistica e scienze empiriche.