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Libro

Rossana Barcellona, Teresa Sardella

Violenza delle parole parole della violenza. Percorsi storico-linguistici

Mimesis, 2019

non disponibile

Mimesis Edizioni (Sesto San Giovanni, Italia)

non disponibile

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Dettagli

Anno di pubblicazione
2019
ISBN
9788857555805
Pagine
224
Collana
Eterotopie (586)
Editori
Mimesis
Formato
209×140×18
Curatore
Rossana Barcellona, Teresa Sardella
Soggetto
Linguaggio-Filosofia, Violenza, Antropologia sociale e culturale, Violenza e abusi nella società, Filosofia del linguaggio
Stato di conservazione
Nuovo
Lingue
Italiano
Legatura
Brossura
Condizioni
Nuovo

Descrizione

La tematizzazione della violenza comporta l’assunzione della sua dimensione culturale, mutevole nello spazio e nel tempo, e della sua connaturata ambiguità, poiché la violenza si ascrive spontaneamente alla categoria del “male” ma può essere giustificata in nome di un “bene” o del “Bene”. Superato il concetto di “civiltà” pregiudizialmente etnocentrico (prerequisito necessario ma non scontato), al cui vaglio ancora soggiace certa lettura dei fatti umani, la violenza perde i connotati dell’eccezionalità. Appare come elemento permanente e invasivo della storia umana, come una componente intrinseca ai comportamenti pubblici e privati, individuali e collettivi, quasi un dato impresso nel patrimonio genetico dell’umanità. In quest’ottica ogni cultura non può che incontrare varie forme di violenza e con esse variamente relazionarsi, per gestirle, neutralizzarle, indirizzarle, istituzionalizzarle, eventualmente fruirle. D’altra parte la violenza dell’essere umano non può essere ricondotta, in nome della sua riconosciuta generale pervasività, a mero fatto biologico, ad attitudine istintuale e animalesca, né liquidata come silenzio della coscienza, poiché trova sostanza nello “scorrere ininterrotto di pratiche, discorsi, parole e gesti costitutivi e costituenti”. Questo libro propone una riflessione articolata e multidisciplinare sul tema della violenza verbale, cioè individuabile nella comunicazione orale e scritta, letteraria e mediatica, privata e pubblica, in modo esplicito ma anche implicito o neutralizzato. L’obiettivo è quello di cogliere aree di intersezione e contiguità come elementi di rottura, registrabili nel passaggio fra una lingua e l’altra, ma anche fra diversi contesti storico-culturali, nella convinzione che maturare una più profonda coscienza della comunicazione sia strumento indispensabile per “incontrare” l’Altro.