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Salò Francesco di

Brandici

1538

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Antiquarius Libreria (Roma, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1538
Luogo di stampa
Venezia
Formato
405x300
Incisori
Salò Francesco di
Soggetto
Cartografia Rara

Descrizione

UNICO ESEMPLARE CONOSCIUTO Nel piccolo cartiglio di destra troviamo il titolo: BRANDICI. Nel cartiglio di sinistra si legge: EL. VER. SITO. DI. BRANDICI. IM PUGLIA. STAMPATO IN VENETIA. PER. FRANCESCO. LIBRA[RIA] DALA. SPERANZA. A. M.DXXXVIII. Sulla tavola, priva di orientazione e scala grafica, sono presenti alcuni toponimi, che identificano i luoghi notevoli della città. Tavola silografica rappresentante la città di Brindisi, firmata da Francesco di Salò nel 1538. Conosciamo l’opera solo attraverso l’esemplare che - per la prima volta - Szathmáry pubblica nel primo numero di Cartographica Hungarica del 1992. La tavola era parte di una piccola raccolta di incisioni silografiche firmate da Matteo Pagano, Giovanni Andrea Vavassore e Tommaso di Salò, che lo studioso ungherese Tibor Szathmáry acquistò sul mercato antiquario di Arezzo nel 1987; le carte furono poi vendute separatamente. La tavola di Brindisi fu parte della famosa collezione di Fritz Hellwig, poi dispersa in varie aste. Come prova l’iscrizione nel mare ARMA DE ANDREA DORIA, l’opera fu realizzata probabilmente per illustrare il ritorno della flotta di Andrea Doria dalla battaglia di Prevesa (1538). Il 28 settembre 1538 una flotta cristiana della Lega Santa (la coalizione militare voluta da papa Paolo III per contrastare l’invadenza navale ottomana nel Mediterraneo, e sottoscritta nel febbraio di quell’anno da Spagna, Repubblica di Genova, Repubblica di Venezia ed i Cavalieri di Malta) era finalmente riuscita a bloccare il Barbarossa nel canale di Corinto presso Prevesa. La battaglia di Prevesa avrebbe probabilmente avuto un esito diverso, risolvendo definitivamente i problemi creati da Khayr al-Dīn Barbarossa, se Doria, ritiratosi dal combattimento, non avesse lasciato campo libero al corsaro ottomano. Lo sganciamento operato dall’ammiraglio era giustificato dalle difficoltà di manovra, per la mancanza di vento, dei velieri cristiani e in particolare della poderosa nave ammiraglia Galeone di Venezia, contrapposti all’agile e veloce naviglio avversario. Francesco di Salò (si firmava Francesco Tommaso di Salò) fu un tipografo attivo a Venezia, figlio di Tommaso e fratello di Alessandro. Lavorò quasi sempre con soci non identificati: “Poche notizie si hanno su questo editore che spesso si firmava con l’imprint In Venetia: per Francesco de Tomaso di Salo e compagni, in Frezzaria, al segno della Fede. Secondo Reinach la tipografia sarebbe attiva dal 1550, ma più studiosi concordano per il periodo 1564-74. Le date, tuttavia, sono in contrasto con alcune opere pubblicate nel nostro catalogo; la pianta di Brindisi, ad esempio, reca la data 1538” (cfr. Bifolco-Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, p. 2525). Come giustamente afferma Bagrow - Leo A. Bagrow, Matheo Pagano: a Venetian cartographer of the 16th century. A descriptive list of his maps, Jenkintown 1940 – il nome di Francesco di Salò appare su ristampe delle opere di Matteo Pagano, del quale probabilmente acquisì la tipografia. Silografia, impressa su carta vergata coeva, con sottili margini oltre la linea di demarcazione, restauri di tarlo perfettamente eseguiti alla piega centrale – come detto era parte di un piccolo album – per il resto in perfetto stato di conservazione. Prezioso documento sulla città. Bibliografia Bifolco-Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, p. 2129, tav. 1080; Shirley (1994): p. 29-32, n. 7; Szathmáry (1992): pp. 6-25, n. 5.