Nel cartiglio in basso a destra si legge: EXACTISSIMA FLANDRIAE DESCRIPTIO. Flandria, Caroli V. Aug. Imp. max. natione Illustrissima, Belgicae Provinciae est Comitatus longè nobilissimus, Haec a Septentrione Oceano alluitur vastissimo, ab Occidente Galliam habet, ab Orie[n]te Braba[n] tiae Ducatui coheret, a Meridie Hannoniae et Artesiae Comitatus co[n]tingit ac possidet Fla[n]driae item Comes in eoru[m] est Galliae Principu[m] numero, quos olim Patres appellare solebant. Regio autem haec omniu[m] reru[m] est maxime abunda[n]s quapropter opule[n]tissima, omnibusq[ue] bonis prae cu[n]ctis (si loci exiguitatem spectemus) afflue[n]tissima, nulli etia[m] vel Urbiu[m] frequentia, aedificioru[m]q[ue] exa[c]tissimo artificio, vel pagorum multitudine, tum ingeniosoru[m], ac in o[m]ni arte praesta[n]tissimoru[m] hominu[m] copia cedit. Huius igitur ta[m] inclytae Regionis designatione[m] ia[m] rece[n]ter su[m]ma diligentia expressa[m], Cosmographiae ca[n]didatis, operae pretium duximus impertire. Venetijs. MDLVIIII. Nel piccolo cartiglio ornato al centro si trova la dedica: AD CORDATUM LECTOREM. N. STOPIUS. Flandria parva loco, sed nomine maxima et est re, In qua Mavortis vis animosa viget; Omnimo dae hic artes florent priscaeq[ue] novaeq[ue], Singula sunt alijs, haec bona cuncta tenet. A sinistra troviamo un compasso con tre scale grafiche: Iusta miliaria flandrica itineris unius horae (13 miglia, pari a mm 165), Miliaria maiuscula (9 miglia, pari a mm 122), Miliaria magna (9 miglia, pari a mm 130). Duplice orientazione, con una rosa dei venti e con il nome dei punti cardinali: SEPTENTRIO, MERIDIES, ORIENS, OCCIDENS, il nord è in alto. Gradazione ai margini di 1' in 1', da 49° 47â a 51° 50â di latitudine e da 22° 54â a 26° 52â di longitudine. La prima derivazione italiana della carta della Fiandria di Gerard Mercator - Vlanderen. Exactissima Flandriae Descriptio del 1540 circa il cui unico esemplare conosciuto è conservato al Museo Plantin-Moretus di Anversa - si deve alla tipografia di Francesco e Michele Tramezzino, e viene stampata a Roma nel 1555. Rispetto allâoriginale, lâopera del Tramezzino presenta molti toponimi fiamminghi latinizzati, ed è stata inoltre aggiunta la graduazione ai margini. Nel 1559 vengono pubblicate due repliche della carta destinate al mercato di Venezia; una firma di Domenico Zenoi e questa carta anonima, la cui seconda stesura della lastra vede aggiunto lâimprint editoriale del Camocio. Non è possibile stabilire la sequenza cronologica e quindi quale delle due carte sia stata il modello dellâaltra. Le due opere sono molto simili: identica è anche la dedica al poeta fiammingo Nicolaus Stopius, che ha indotto gran parte della letteratura a ritenere che le due lastre fossero stampate dalla stessa matrice. In realtà , le due opere differiscono per tanti piccoli particolari che si evidenziano solo attraverso un attento esame comparativo (cfr. Bifolco-Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, pp. 808-811). Acquaforte e bulino, 1559, priva di indicazioni editoriali. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, rifilata al rame e con margini coevi aggiunti, minimi restauri nel cartiglio in basso a destra, per il resto in ottimo stato di conservazione. Esemplare nel primo stato di due, dove nel cartiglio è presente solo la data, Venetijs. MDLVIIII. Nel secondo stato viene aggiunto lâimprint apud Ioannem Franciscum Camocium. Molto rara. Bibliografia Bifolco-Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, pp. 808-811, tav. 286, I/II; Borroni Salvadori (1980): n. 81; Gallo (1954): p. 14, n. 17 e p. 36 n. 13; Ruge (1904-16): III, n. 29.13 e IV, n. 86.65 & n. 89.23; Tavernari (2014): n. 17; cfr. Bagrow (1928): p. 6; Destombes (1972): p. 10, nn. D-E; Van der Heijden (1998): p. 36; Karrow (1993): n. 56/6.5; Tooley (1939): n. 200 & n. 202.