Dettagli
Anno di pubblicazione
1518
Incisori
RAIMONDI Marcantonio
Descrizione
Bulino, 1518-1520 circa, firmato, in basso a sinistra, con la tavoletta. Esemplare nel secondo stato edito dal Salamanca: in basso a destra Ant. Sal. exc. Sin dal Vasari, che nomina lâincensiere tra le opere di Agostino Veneziano (V, p. 415), si ritiene che lâincisione riprenda un disegno di Raffaello per opera di oreficeria; solo Bianchi (in Raffaello, p. 689, nota 265) pensa a Giulio Romano da un disegno di Raffello. Per la parte superiore è stato individuato un prototipo antico nella fontana sostenuta da Sileni nel Museo Pio Clementino di Roma (cfr. Mason in Raphael et la seconde main, 1984, p. 78 n. 96) e nel cosiddetto Vaso Torlonia, che fino agli anni trenta del Cinquecento si trovava in San Francesco in Trastevere, come attestato dall'Aspertini (Bober-Rubinstein 1986, n. 92). Le figure della parte inferiore sono state invece collegate alla Venus genitrix visibile nel disegno di Raffaello all'Albertina (inv. 179). Le due cariatidi si inseriscono senza dubbio nellâopera tarda dellâUrbinate, intorno al 1518-1520. I corpi sono slanciati e hanno un movimento estremamente flessuoso; non vâè traccia di sforzo, e le membra non sono più plasticamente tese come nelle Due donne con i segni zodiacali della Bilancia e dello Scorpione (1516-1518 circa). La presenza dei gigli e delle salamandre ha indotto a concludere che lâincensiere fosse destinato a Francesco I; potrebbe essere stato inviato in Francia come dono di Leone X e Lorenzo deâ Medici, insieme al San Michele e alla Sacra Famiglia di Raffaello, nel 1518, anche se non è sicuro che lâoggetto sia mai stato realizzato. Presumibile è almeno una datazione del progetto al 1518-1519; lâincisione dovrebbe risalire allo stesso periodo. Lâincisione di Raimondi, secondo Gnann, sarebbe basata non sul disegno di Raffaello ma sullâincisione realizzata da Marco Dente â che risulta in controparte, alla quale apporta lievi variazioni e in cui lâincensiere risulta più basso di circa cinque millimetri. La popolarità di cui godette lâIncensiere è dimostrata, tra lâaltro, dallâincisione di Enea Vico raffigurante un candelabro, nella quale è replicato questo contenitore. Bibliografia Bartsch XIV.363.489; Delaborde 1887, no. 213; Raphael Invenit, p. 267, n. III.3; Bianchi, Raffaello, p. 689, nota 265; Gnann, Roma e lo stile classico di Raffello, p. 223 n. 153