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Stampe

DUCHET (Duchetti) Claudio

La Citta de Napoli Gentile

1585

4500,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1585
Luogo di stampa
Roma
Formato
513x380
Incisori
DUCHET (Duchetti) Claudio
Soggetto
Cartografia Rara

Descrizione

In alto al centro, sotto il margine superiore, e inciso il titolo: LA CITTA DE NAPOLI GENTILE. Lungo il margine inferiore troviamo una legenda numerica di 77 rimandi a luoghi e monumenti notabili distribuita su tredici colonne. Segue l’imprint Claudij Duchetti formis Romae 1585. Al centro della carta, nel mare, una schematica rosa dei venti; il nord-nord-est e a destra. Sempre nel mare, evidenziata da un compasso, la scala grafica Canne 100 pari a mm 29. Esemplare nel primo stato di due, stampato da Claudio Duchetti nel 1585. “La pianta di Napoli di Claudio Duchetti rappresenta una derivazione approssimativa del modello che lo zio Antonio Lafreri fece incidere da Etienne Duperac nel 1566. L’incisione viene attribuita da Destombes ad Ambrogio Brambilla. Si tratta, tuttavia, di una esecuzione poco fedele all’originale, più approssimativa e con un allungamento di circa 5 millimetri rispetto alla scala metrica adottata (circa1: 9.000). La correzione della ripetizione del rimando 41 nella legenda e l’inserimento del nuovo arsenale inducono a pensare che la mappa del Duchetti sia piuttosto una copia della tavola di Mario Cartaro (1579). Del resto, i due si conoscevano bene, e si scontrarono in occasione della divisione ereditaria della tipografia Lafreri, per la quale Cartaro fu nominato perito. Rispetto alla pianta del Cartaro, sono aggiunti due nuovi rimandi nella legenda, per l’arsenale e la chiesa di Santa Maria di Piedigrotta. La lastra fu ereditata da Giacomo Gherardi ed è inserita nel catalogo redatto per conto della vedova Quintilia Lucidi, del 17-19 ottobre 1598 (n. 348 descritta come Napoli in uno foglio reale). Infine, venne acquisita nel 1602, da Giovanni Orlandi che la ristampo inalterata con la sola aggiunta del proprio imprint. Nel 1614 Hendrick van Schoel acquistò la calcografia di Orlandi. Alla morte dell’editore fiammingo le lastre vennero poi cedute a Francesco de Paoli, come documentato dall’inventario della vendita del 2 novembre 1633. Possibile quindi l’esistenza di un’ulteriore stesura della lastra, della quale tuttavia non abbiamo avuto riscontro” (cfr. Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, p. 2256). La pianta di Napoli, incisa a Roma nel 1566 da Étienne Dupérac presso la bottega di Antonio Lafreri, è il primo vero monumento topografico della città di Napoli e si inserisce a pieno titolo, sia per le qualità tecniche, sia per quelle artistiche, nel più ampio scenario dell’iconografia urbana europea del Cinquecento. Per due secoli, è stata considerata la migliore rappresentazione di Napoli: realizzata con grande rigore geometrico, è la prima ad essere basata su un preciso rilievo topografico – non noto, probabilmente effettuato con il patrocinio della Corona Spagnola o del viceré Pedro de Toledo. Questa veduta a volo d’uccello restituisce in maniera puntuale il volto della città cinquecentesca sotto il regno di Filippo II, costituendo in tal modo un prezioso documento dello sviluppo urbano seguito alle iniziative promosse da don Pedro de Toledo, autore dell’ultimo progetto pubblico di ristrutturazione urbanistica a Napoli. L’immagine è realizzata con grande precisione e dovizia di particolari, attraverso la rappresentazione tridimensionale delle architetture cittadine, tanto da diventare un prototipo per gli incisori ed editori per tutto il Seicento. Una grande attenzione è data alla rappresentazione del circuito murario che costituisce la maggiore realizzazione/opera urbanistica a Napoli fino all’Ottocento. Molto ricco l’apparato decorativo, con un cartiglio a cornice barocca e numerose imbarcazioni in mare e nel porto. Tra le peculiarità della carta vanno rimarcate la scala elevata (1:5110 ca) e la sua continuità in ogni parte del disegno, ad eccezione delle prospettive paesaggistiche verso i Campi Flegrei. La pianta, quindi, proviene da un poderoso rilevamento topografico, forse appoggiato anche ad una triangolazione geometrica, tecni.