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REMBRANDT Harmensz van Rijn detto

Ritratto di Johannes Uytenbogaert

1635

6500,00 €

Antiquarius Libreria (Roma, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1635
Formato
187x224
Incisori
REMBRANDT Harmensz van Rijn detto
Soggetto
Ritratti

Descrizione

Acquaforte e bulino, 1635, firmata e datata in lastra in alto, a puntasecca: Rembrandt ft 1635; sotto l’ovale l’iscrizione Quem pia miarari plebes, quem castra solebant, / damnare et mores aula coacta suos. Jactatus multum, nec tantum fructus ab anni / WTENBOGARDUS sic tuus, Haga redit. HGrotius. (La corte secolare fu costretta a condannare sia l’uomo tanto ammirato, sia le sue convinzioni. L’Aja, il tuo Uytenbogaert ritorna a te dopo lungo errare, provato solo dagli anni. Ugo Grozio). Esemplare nel V stato di VI, con i margini della lastra ripuliti. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, rifilata al rame, leggere ossidazioni in basso, per il resto in ottimo stato di conservazione. Il ritratto raffigurato è quello del predicatore Johannes Uytenbogaert (1577-1644), all’età di settantotto anni. Personaggio illustre ed assai influente del tempo, divenne il leader della Rimostranza, una corrente liberale della chiesa calvinista che formalizzava la dottrina di Arminio. Al Concilio di Dort (1618- 1619) la Rimostranza fu condannata e i seguaci perseguitati: Uytenbogaert fu costretto all’esilio, per porter far ritorno all’Aja solo nel 1629. La didascalia di Grozio - a sua volta appartenente alla fazione dei rimostranti e esiliato nel 1635 – non si limita a rievocare questi eventi, ma intende sottolineare il ritorno di Uytenbogaert a L'Aja. È probabile che il ritratto sia ordinato per diffonderne le stampe fra gli amici e gli estimatori dell'anziano pastore. Potrebbe essere lo stesso Uy- tenbogaert a commissionarlo, ma non è detto. Due anni prima Rembrandt lo ritrae in un dipinto, su richiesta di Abraham Antonisz. Recht, un mercante favorevole ai rimostranti. In quella occasione Uytenbogaert posa per Rembrandt, mentre per l'acquaforte non è sicuro che ciò sia avvenuto: infatti, nelle due opere il viso dell'uomo è rappresentato in modo quasi identico, perfino nelle ciocche di capelli che sfuggono dallo zucchetto. Per la testa, Rembrandt deve essere partito da un disegno oggi perduto. Esemplare in cornice dorata settecentesca. Bibliografia Hind 128; Bartsch 279; White & Boon 279, V/VI; E. Hinterding, Rembrandt, Dipinti, incisioni e riflessi sul ‘600 e ‘700 italiano, p.120, 26.