Libros antiguos y modernos
ARETINO, Pietro (1492-1556)
Al magnanimo signor Cosimo dei Medici Principe di buona volontade. Il terzo libro de le lettere
Gabriele Giolito de'' Ferrari, 1546
1800,00 €
Govi Libreria Antiquaria
(Modena, Italia)
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Detalles
Descripción
Basso, pp. 45-46; Bongi, I, pp. 109-111; Edit 16, CNCE 2464; Index Aureliensis, 107.098; Quondam, p. 287; F.M. Bertolo, Aretino e la stampa. Strategie di autopromozione a Venezia nel Cinquecento, (Roma, 2003), pp. 98-101; P. Procaccioli, Nota al testo, in: “P. Aretino, Lettere”, (Milano, 1990), I, pp. 50-51.
FIRST EDITION, second issue (with some textual corrections and 2 short letters completely reset), of the third book of Aretino's letters which was edited by Ludovico Domenichi and dedicated by the author to the Grand Duke of Tuscany (Venice, January 1546).
“La prima ed unica edizione cinquecentesca di Lettere III, seguita solo dalla ristampa parigina del 1609, si deve a Gabriel Giolito de' Ferrari […] Lettere III si presenta dunque in una nuova veste editoriale, graficamente più curata rispetto alle edizioni Marcolini sin dall'elegante disegno del corsivo utilizzato per il testo, distinto dal corsivo calligrafico – di corpo maggiore – adoperato nella dedicatoria a Cosimo de' Medici […] Nel caso di Lettere III la revisione del testo venne affidata a Ludovico Domenichi […] La stampa del volume, per quel che è dato sapere, dovette durare all'incirca 4 mesi (novembre 1545-febbraio 1546), con i consueti ripensamenti a tiratura avviata puntualmente registrati dagli stati diversi di alcune forme. Al cambiamento di giudizio nei confronti dei Farnese si deve la ricomposizione di almeno 4 forme tipografiche, con variazioni sostanziali nella lezione del testo dettate dall'opportunità di mitigare il giudizio verso la famiglia papale, probabilmente nell'ipotesi di un appoggio per il cardinalato. Non si può parlare in questo caso di due diverse emissioni, quanto piuttosto di stati diversi di alcune forme tipografiche, i cui differenti fogli di stampa andarono a comporre gli esemplari pervenuti. Due lettere (III, 467 e 568) vennero interamente sostituite nel passaggio da uno stato all'altro della forma, comprovando anche in questo caso come la partecipazione di Aretino alle fasi di stampa fosse costante e tempestiva, così da intervenire – modificando alcuni giudizi – sulle situazioni correnti a seconda del loro evolversi […] Domenichi, paternamente considerato da Aretino ‘giovane di somma bontà e virtù', dovette assecondare i ripensamenti del maestro controllando da vicino le continue interruzioni della tiratura, con tutti i rischi che esse potevano comportare per l'integrità della composizione tipografica. A lavoro concluso, gli venne affidato l'incarico di presentare Lettere III a Cosimo I, dedicatario del volume, occasione che Domenichi sfruttò immediatamente per introdursi nell'ambiente fiorentino” (Bertolo, op. cit., pp. 95-98).
“Tutti i libri di Lettere dell'Aretino, dal secondo in poi, recano la dedica anche nel titolo, con quello che sembra un crescendo di magniloquenza: il secondo libro è semplicemente intitolato ‘Al Sacratissimo re d'Inghilterra'; il titolo del terzo e quarto libro ha in aggiunta anche un epiteto per il dedicatario ‘Al Magnanimo Signor Cosimo de i Medici, principe di buona volontade' e ‘al Magnanimo Signor Giovan Carlo Affaetati, gentilhuom senza pari'; [...] Il terzo libro delle Lettere, che verrà stampato da Gabriele Giolito sotto la supervisione di Lodovico Domenichi, Aretino lo dedicherà a Cosimo I de' Medici, che, come scrive Larivaille, era ‘il primo dei [suoi] dedicatari', ma anche il principe ‘nel quale aveva creduto a priori di poter riporre le più fondate speranze' e dal quale ‘dovrà su