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Libros antiguos y modernos

Lucini Gian Piero

Antidannunziana. D' Annunzio al vaglio della critica

Studio Editoriale Lombardo (Cappelli), 1914

100,00 €

Gilibert Galleria Libreria Antiquaria

(Torino, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1914
Lugar de impresión
Milano (Rocca San Casciano)
Autor
Lucini Gian Piero
Editores
Studio Editoriale Lombardo (Cappelli)
Materia
Letteratura italiana del '900, Gabriele D' Annunzio, Prime edizioni
Sobrecubierta
No
Conservación
Excelente
Idiomas
Italiano
Copia autógrafa
No
Impresión bajo demanda
No
Condiciones
Usado
Primera edición

Descripción

In-8°, pp. 332, brossura editoriale con caricatura di D'Annunzio in xilografia (attribuita ad Enrico Prampolini). Bell'esemplare in barbe. Prima edizione di questo famoso testo di polemica antiannunziana, particolarmente virulento nei confronti della 'sessualità ermafrodita' del 'Martyre de Saint Sébastien'. Scrive Giuseppe Zaccaria: 'Soprattutto va ricordata l'Antidannunziana. D'Annunzio al vaglio della critica (Milano 1914), in cui il Lucini, come già aveva fatto per il futurismo, chiudeva i conti con uno scrittore che pure aveva influito notevolmente sulla sua opera, soprattutto nella fase iniziale, con l'esclusione di Spirito ribelle. Le accuse rivolte a D'Annunzio erano quelle secondo cui 'il conformismo e il superlativo si fondevano nella retorica: cioè nella mancanza di personalità e di sincerità nell'opera d'arte e nella vita'. L'iperbole immaginifica, risolvendosi in esclusivo culto della forma, cercava invano di nascondere il vuoto di significati morali, sicché 'l'opera sua è una collezione di frammenti senza conclusione, perché il suo cervello è incapace di creare delle verità e dei concetti nuovi'. D'Annunzio, e a maggior ragione i dannunziani, rappresentavano quindi l'esatto contrario dell'idea di letteratura sostenuta e praticata dal L.; una seconda parte dell'opera, rimasta inedita, uscì poi a cura di Sanguineti: D'Annunzio al vaglio dell'Humorismo (Genova 1989).' (D.B.I., 66, 2006). E Carlo Cordié: 'Ispirata a una revisione della fama e dei motivi poetici del D'Annunzio, proclamato caposcuola e maestro di vita dopo la morte del Carducci, la disamina del Lucini ha un tono letterario simile a quello del 'Pastore, il gregge e la zampogna' del Thovez. Ma la cultura scapigliata e diseguale del Lucini, la sua partecipazione alla poesia militante, il suo sentire nella letteratura il valore di un agone, conferiscono al libro una fisionomia particolare. Il Lucini indica nuove fonti per i cosiddetti plagi del divo Gabriele, e insieme ne sottolinea la natura di scrittore frammentario e sensuale. Pur nel disordine di argomenti e richiami l'opera è ricca di notizie, di citazioni e di riferimenti polemici a scrittori contemporanei' (Dizionario Bompiani delle Opere, I, p. 194). Gambetti / Vezzosi, p. 466: 'Piuttosto ricercato'. Spaducci, p. 165. Cammarota, Futurismo, 287.8,
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