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Libros antiguos y modernos

Alessandro Frigerio, Paolo Mieli

Budapest 1956. La macchina del fango. La stampa del PCI e la rivoluzione ungherese: un caso esemplare di disinformazione

Lindau, 2016

24,50 €

Edizioni Lindau

(Torino, Italia)

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Detalles

Año de publicación
2016
ISBN
9788867085842
Autor
Alessandro Frigerio
Páginas
263
Serial
I leoni
Editores
Lindau
Formato
212×142×16
Edición
2a
Materia
Ungheria-Storia, Rivoluzioni, Gruppi e movimenti rivoluzionari, Storia d’Europa, Ideologie e movimenti politici di estrema sinistra, Ungheria, 1950–1959
Prologuista
Paolo Mieli
Conservación
Nuevo
Idiomas
Italiano
Encuadernación
Tapa blanda
Condiciones
Nuevo
Primera edición
No

Descripción

La prima grande insurrezione contro il sistema sovietico dopo la fine della seconda guerra mondiale si consumò in Ungheria tra il 23 ottobre e il 4 novembre 1956. Di quel lontano episodio sono noti pressoché tutti gli sviluppi: dalla scintilla accesa con le manifestazioni studentesche a Budapest alla prima repressione all'alba del giorno successivo, dai vacillanti governi guidati da Imre Nagy al "fraterno" intervento dell'Armata Rossa. Nei confronti di quella tragica vicenda il PCI (e l'industria editoriale a esso collegata) adottò un atteggiamento fermo e intransigente, salutando benevolmente la sanguinosa repressione messa in atto dai sovietici. Ma non si limitò a questo. In realtà avviò un'opera di capillare disinformazione - tacendo alcuni fatti, falsificandone o distorcendone altri - organizzata con la complicità di tutte le sue più autorevoli testate. Attingendo alle pagine de "l'Unità" e di periodici come "Rinascita", "Vie Nuove", "Nuovi argomenti", "Ragionamenti", "Realtà sovietica" e "Mondo Operaio" (rivista vicina al PSI), Alessandro Frigerio ricostruisce in questo libro la "macchina del fango" allestita a Botteghe Oscure, evidenziando non solo i dispositivi concettuali che la resero così efficiente ma anche il costante alimento fornito dal conformismo dottrinale di direttori, giornalisti e intellettuali di partito, pronti a mettere l'ideologia al servizio della delegittimazione della rivoluzione.
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