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Libros antiguos y modernos

Kristeva, Julia - Sollers, Philippe

Del matrimonio considerato come un'arte

Donzelli, 2015

11,00 €

Il Salvalibro

(Foligno, Italia)

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Detalles

Año de publicación
2015
ISBN
9788868434106
Lugar de impresión
Roma
Autor
Kristeva, Julia - Sollers, Philippe
Páginas
144
Editores
Donzelli
Formato
17 cm
Materia
Descripción
paperback
Conservación
Nuevo
Idiomas
Italiano
Encuadernación
Tapa blanda
Condiciones
Nuevo

Descripción

Collana: Saggine, 262. Brossura editoriale con alette, pagine 144. Nuovo, ancora sigillato. Spedizione in 24 ore dalla conferma dell'ordine. «Quali possibilità c'erano che Julia e Philippe, le cui storie rivelano singolarità incommensurabili, si incontrassero a Parigi nel 1966? Che si amassero prima, durante e dopo il Maggio '68? Che restassero sposati dal 1967? Poche possibilità: il calcolo delle probabilità avrebbe bisogno di una serie astronomica di cifre dopo lo zero…». Eppure, tutto ciò è successo. Due «stranieri» nel corpo e nell'anima hanno deciso di restare saldamente in un luogo che essi stessi hanno scelto di disegnare come il loro matrimonio dal momento in cui ciascuno ha sentito che il «vivere con l'altro» gli era inevitabile. Prende avvio da qui un dialogo serrato sull'amore, che assume la forma di un vero e proprio lessico della vita matrimoniale. Julia Kristeva, psicanalista e scrittrice, e Philippe Sollers, scrittore e filosofo, due personalità di spicco della cultura del nostro tempo, si interrogano sull'arte di costruire un matrimonio che duri e che resista agli urti della società globalizzata, ma anche sulle ragioni per cui hanno scelto di armonizzare le loro diversità all'apparenza inconciliabili in un «luogo vivente come un organismo, le cui parti perdono un po' di se stesse in nome della libertà dell'altro». Non vi è in questa riflessione a due l'illusione che il matrimonio nasca da una fusione assoluta e perfetta, in sé compiuta; vi è piuttosto la lucida consapevolezza che vivere il matrimonio come un'arte equivale a provare, di giorno in giorno, faticosamente, ad accostarsi a esso con tutta la sapiente accortezza che un'arte appunto richiede. Accettando che ogni svolta sul proprio cammino sia un ricominciare sempre daccapo; lasciando che il proprio io muoia per lasciar essere l'altro, perché ciascuno dei due sa che è proprio «questo legame sovrano che mi fa essere là dove io devo stare».
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