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Libros antiguos y modernos

Vivenzio Nicola –

Delle antiche provincie del Regno di Napoli e loro Governo. Dalla decadenza dell’Imperio Romano infino al Re Manfredi.

Stamperia Simoniana,, 1808

280,00 €

COLONNESE Studio Bibliografico di Vladimiro Colonnese

(Napoli, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1808
Lugar de impresión
Napoli,
Autor
Vivenzio Nicola –
Editores
Stamperia Simoniana,
Materia
Storia del Regno di Napoli

Descripción

pp. VI-286, in-4 (cm 27). Legatura in piena pergamena coeva, tassello al dorso, fregi ai piccoli ferri e titolo in oro, tagli colorati. Lievi e insignificanti fioriture, insistenti solo alle prime carte. In buone condizioni. Basata su una concezione della storia come strumento indispensabile di conoscenza e dunque di governo, purché esposta sulla base di «autentici monumenti» (p. VI), l’opera ricostruisce le vicende della «propria nazione» (p. III), sottolineando la cesura prodotta dall’arrivo dei Normanni con l’introduzione della feudalità, ma anche l’importante azione di rigoroso controllo dall’alto esercitata dalla monarchia normanno-sveva. Nel 1811 l’a. pubblicò un secondo volume Delle antiche provincie del Regno di Napoli e loro governo da Carlo I d’Angiò infino al re cattolico Carlo III. Nicola Vivenzio [Nola 1742 – Napoli 1816]. Esercitò la delicata carica di avvocato fiscale applicando una concezione rigorosa della sovranità regia, contro le tendenze a privatizzare diritti giurisdizionali, rendite fiscali, usi di strade e terre appartenenti al patrimonio dello Stato o delle comunità, diventando un protagonista del riformismo borbonico. Vicino a illuministi meridionali come Gaetano Filangieri e Mario Pagano, nei suoi scritti e nella sua azione è forte l’impronta del pensiero di Antonio Genovesi, in particolare nella lotta alla proprietà ecclesiastica, ma non condivise le loro più radicali proposte in materia feudale. Lo scoppio della Rivoluzione francese e l’entrata in guerra contro la Repubblica della monarchia napoletana inasprirono il conflitto tra i sostenitori di una via riformatrice basata sulla rigida applicazione del diritto preesistente, come Vivenzio, e i sostenitori di un radicale riassetto dello Stato sulla base di una nuova legislazione, come quello che aveva auspicato Filangieri. Restaurata la monarchia a riprova del suo lealismo monarchico partecipò attivamente alle celebrazioni nolane per la caduta della Repubblica. Tornati i francesi nel 1806, a differenza di altri funzionari borbonici che si integrarono nell’amministrazione napoleonica, Vivenzio scelse di rimanere ai margini della vita politica. Si dedicò pienamente agli interessi storici e antiquari che aveva sempre coltivato, ma manifestandoli solo nei suoi scritti giuridici e amministrativi.
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