Il Goffredo, ovvero Gerusalemme Liberata. Nuova edizione arricchita di figure in rame e d'annotazioni colla vita dell'autore.

2 vol. in 4° (mm 290x210), pagg. (2), XXX, 364; XII, 360. Occhietto, bell'antiporta allegorico inciso in rame, frontespizio impresso in rosso e nero, con vignetta incisa con motto "Sol cose gravi io canto"; ritratto in ovale del Poeta f.t. delineato da Pietro Antonio Novelli ed inciso da Jacopo Leonardis, dal celebre dipinto di A. Carracci. 20 tavole fuori testo poste ad ognuno dei 20 corrispettivi canti, tutte inc. da Leonardis dai disegni di Bernardo Castello, preparati per l'ediz. del 1617. Legatura in piena pergamena rigida coeva, titolo su tassello in oro al dorso sguardie marezzate, eleganti tagli goffrati in oro. Cornice dorata ad entrambi i tomi ai piatti e piccoli fregi floreali al dorso del tomo secondo.<BR>Ad inizio canto gli "argomenti" incorniciati sempre da elegante fregio inciso in rame cosi pure la prima iniziale figurata di ogni canto è finemente istoriata. Inoltre ben 95 scene del poema sono illustrate da finissime incisioni a mezza pag., frammezzate al testo, tutto del Leonardis dai disegni di Novelli. Alla fine di ogni volume le annotazioni di Scipione Gentili e le Osservazioni di G. Guastavini sui luoghi del poema imitati da antichi poeti e scrittori. <BR>Ottimo esemplare internamente assai fresco, in bella impressione di questa magnifica e stimata edizione, una delle migliori per la raffinatezza dell'apparato iconografico. Solida la pergamena con tracce di sporco superficiale su entrambi i volumi e graffio al piatto inf. alla pergamena del tomo secondo. Tassello con mancanze agli angoli e decori sbiaditi dal tempo al primo tomo.<BR>Raccolta Tassiana, 270: 'Questa edizione merita di essere annoverata tra le più belle ed ornate che si abbiano della Gerusalemme'. Serassi II, 406: "Questa edizione merita di essere annnoverata tra le più belle ed ornate che si abbiano della Gerusalemme non essendosi dallo stampatore risparmiata diligenza, ne'spesa. Ella è ricchissima più che altra di rami." Morazzoni, p. 228. Gamba, 948, p. 285. <BR>