In 4°; 2 tomi: 423, (1) pp. e VI c. di tav. Brossure editoriali con titolo, numero dei volumi e prezzo indicato in nero, entro cornici xilografiche al piatto anteriore. Al recto dei piatti, sempre entro cornice xilografica, la pubblictà editoriale di altre opere di Filippo Re. Esemplare ancora in barbe ed in buone-ottime condizioni di conservazione. Prima edizione, non comune, di questa celebre opera delgrande economista, botanico e agronomo reggiano, Filippo Re (Reggio Emilia, 20 luglio 1763 Reggio Emilia, 26 marzo 1817). Re, dopo gli studi condotti a Ravenna, ebbe la cattedra di Agraria dellUniversità di Bologna: Qui istituì un orto agrario, per il quale ricevette nel 1806 da Napoleone lOrdine della Corona di Ferro. Le opere di Re furono le opere di agronomia più lette nel corso della prima metà dellottocento. Nellopera qui presentata, Re dopo aver scritto opere dedicate all'agricoltura in generale che ebbero un'enorme successo, in quest'opera ricostruisce, nei minimi particolari, i segreti della coltivazione di un orto con una descrizione di ogni tipo di pianta da frutto o officinale che può essere coltivata. Re, in quest'opera descrive anche il modo migliore di disporre le piante nell'orto oltre che indicare le siepi e gli alberi migliori che possono trovare spazio in un orto. Il primo volume è diviso in due parti e contiene oltre ad un "Abbozzo del dizionario dellortolano per servire dIndice alcontenuto dellopera", anche la "Coltivazione generale degli orti". Scrivono Gabriella Bonini e Rossano Pazzagli nella voce dedicata a Filippo Re nel Dizionario Biografico degli Italiani edito da Treccani (Volume 86, 2016): Oltre ai cultori delle scienze agrarie, Re ha suscitato linteresse degli studiosi di storia economica e della letteratura. Alberto Caracciolo (1973, p. 600) gli ha dedicato considerazioni significative nellampio affresco sulla storia economica italiana dal primo Settecento allUnità, mentre Roberto Finzi (1992, pp. 398 s.), affrontando il tema della mezzadria, ha ricordato lattenzione dello studioso reggiano per la questione dei rapporti agrari e, soprattutto nei Nuovi elementi di agricoltura, per il giudizio negativo del ruolo dei braccianti giornalieri, contestuale a una valutazione positiva del rapporto mezzadrile. Ezio Raimondi (in Narrazione intorno a Filippo Re, 2006, pp. 25-35) ha visto in Re un grande sperimentatore, il continuatore, nella sfera agronomica, di Galileo Galilei, riconoscendogli un ruolo di primo piano nella storia della cultura italiana nel momento di passaggio dallAncien Régime alletà napoleonica e alla restaurazione. Diverso è il giudizio di Antonio Saltini, per il quale Re non fu tanto un modernizzatore del sapere agronomico, quanto il propugnatore di una dottrina agronomica che nessun progresso segnava rispetto a quella degli autori latini di agricoltura. Per Saltini, Re è il protagonista che vanta il titolo di precursore del risorgimento agronomico, ma è anche lo studioso che dellagronomia italiana incarna la pluridecennale arretratezza (Saltini, in Narrazione intorno a Filippo Re, 2006, pp. 59-70). Prima edizione non comune a reperirsi nella sua legatura originale. Scrive Saltini nella sua Storia delle Scienze Agrarie, II, p. 653: "Convinto della necessita' di una sempre maggior circolazione delle idee e delle esperienze in agricoltura e di una coordinazione degli studi agronomici, progetta un dizionario per "una lingua agraria nazionale", cercando di attingere ai principali vocabolari dialettali". Prima edizione completa, in buone-ottime condizioni di conservazione, rara a reperirsi completa delle sue brossure editoriali. Rif. Bibl.: IT\ICCU\LO1E\004126; Niccoli pag. 317.