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Libros antiguos y modernos

Jenco Elpidio

LA POESIA DI ENRICO PEA.

Edizione delle "Crociere Barbare",, 1918

500,00 €

Malavasi Libreria Antiquaria

(Milano, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1918
Lugar de impresión
Napoli,
Autor
Jenco Elpidio
Editores
Edizione delle "Crociere Barbare",
Materia
PEA E. POESIA

Descripción

In-16 gr. (mm. 180x115), brossura orig. (lievem. fiorita), pp. 55, con la riproduzione di un ritratto di Enrico Pea in b.n., nel t. "Rarissima e unica edizione", sconosciuta alle principali bibliografie. “Elpidio Jenco (1892-1959), nacque a Capodrise, in Terra di Lavoro. Giovanissimo, si formò nell'ambiente della rivista partenopea "La Diana", ove ebbe modo di conoscere alcuni fra i maggiori artisti e letterati del tempo. Fu in particolare gratificato da un rapporto di stima e di amicizia con G. Ungaretti - da lui considerato il vero caposcuola della nuova poesia - il cui stile senza dubbio lo influenzò. La collaborazione con le riviste letterarie, iniziata con “La Diana”, proseguì poi per tutta la vita di Jenco che scrisse anche in “Vela latina”, “Cronaca bizantina”, “L'Unione”, “Crociere Barbare”, “Realismo lirico” e “Circoli”. Nel 1918, per conoscere lo scrittore Pea si recò a Viareggio, da dove però dovette ripartire ben presto, richiamato per il servizio militare. Frutto di questo primo soggiorno viareggino fu il saggio "La poesia di Enrico Pea" (Napoli 1918), pubblicato a cura di Crociere barbare. Nel 1921, grazie a una segnalazione di Pea, partecipò al concorso per cinque cattedre di materie letterarie nel ginnasio G. Carducci di Viareggio da cui uscì vincitore; nello stesso anno si trasferì definitivamente a Viareggio. Vinse premi letterari di rilievo, come il Giglio (1932), il Caselli (1934), il S. Pellegrino (1948) e il Chianciano (1955), tanto da diventare figura di primo piano nella vita culturale della sua città d'adozione: fondò la rivista letteraria "Il Sagittario" e fu presidente del Centro versiliese delle arti. Legato a L. Repaci, fu uno dei fondatori del premio Viareggio e, sino alla morte, fece parte della giuria”. (Così Diz. Biogr. Ital., vol. 62, pp. 201-202). Esemplare ben conservato.