Detalles
Autor
Suchert, Churt Erich [Curzio Malaparte]
Páginas
pp. 138 [2 bianche].
Editores
Casa Editrice Rassegna Internazionale [Al frontespizio] Prato,, Stab. Lito-Tipografico M. Martini,
Materia
StoriaPoliticaNarrativa Italiana del '900
Descripción
brossura stampata in nero ai piatti e al dorso, titolo in rosso al piatto anteriore,
Descripción
LIBRORarissima edizione originale nella terza e ultima emissione.Lieve gora al lato esterno della brossura e alle prime carte con occasionali bruniture, ma nel complesso ottimo esemplare. Dedica autografa di mano ignota al piatto anteriore.Dall’unica, «piuttosto modesta» (Ungarelli) tiratura, stampata a spese dell’autore presso la tipografia M. Martini di Prato (la città natale di Malaparte), furono realizzate tre emissioni con copertine e frontespizi ad hoc, tutte nel 1921: all’inizio dell’anno «Viva Caporetto!»; nell’aprile «La rivolta dei santi maledetti» come «Edizione della rivista “Oceanica”», diretta dall’autore stesso; quindi la presente edizione, «questa volta con l'indicazione nella copertina e nel frontespizio di un vero editore [.]. Due parole per questo finalmente vero editore del libro di Malaparte. La “Rassegna internazionale” e la relativa casa editrice diretta da Guglielmo Lucidi erano organi dell’Unione italiana del controllo popolare (1920) aggregata alla Union of Democratic Control di Londra e al gruppo pacifista francese di “Clarré”, la rivista fondata da Henri Barbusse, che aveva raccolto intorno a sé scrittori come Georges Duhamel, Jules Romains, Stefan Zweig”» (Ungarelli). Il legame con Barbusse, del resto era evidente sin dalla prima emissione, come racconta Gabriele Sabatini: «Il lancio pubblicitario fu ideato da Malaparte medesimo: “È uscito ‘Viva Caporetto!’ di C. Erich Suchert scritto a Varsavia durante l’assedio bolscevico. Caporetto non è un fatto militare, ma un fenomeno sociale, che continua a svolgersi anche oggi nei movimenti rivoluzionari che insanguinano l’Italia. Non è un libro di guerra questo: ma di attualità. L’autore di queste pagine, che tanto rumore e interesse hanno suscitato all’estero, giustamente è stato chiamato il Barbusse italiano”. Non era vero niente, Malaparte inventò questa storia internazionale solo per creare curiosità intorno al libro, e la vicinanza con Barbusse era probabilmente un’aspirazione dovuta all’uscita nel 1919 di “Clarté” con il suo portato di ideali pacifisti» (Visto si stampi, Trieste 2018, p. 17). Edizione rarissima in qualsiasi delle tre emissioni. -- «Non tutti potranno leggere questo libro. Bisogna aver disceso tutti gli scalini dell’umanità per mordere alla radice stesa della vita, aver “mangiato la terra e averla trovata deliziosamente dolce” [.] aver sofferto, sperato, maledetto, bisogna essere stati uomini, semplicemente umani, per poter leggere questo libro senza pregiudizio e sentirvi il sapore della vita. Non è un libro di guerra, questo. È il libro di un uomo che fin dai primi giorni è entrato, come volontario, nel cerchio della guerra, a capo chino, bestemmiando (non Dio), e che ne è uscito, all’ultimo giorno, benedicendo Dio, a capo chino, come un francescano; di un uomo che ha lasciato la trincea assetato d’amore e di pace, ma avvelenato fin nelle radici d’odio e di disperazione.»Bibl.: Ungarelli, Scaffale Malaparte (in: Belfagor 42:4, lug 2007, pp. 405-417)
Edizione: rarissima edizione originale nella terza e ultima emissione.