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Libros antiguos y modernos

Calligaris Giuseppe

Le catene lineari secondarie del corpo e dello spirito.

Pozzi, 1930

220,00 €

Xodo Libreria Antiquaria

(Torino, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1930
Lugar de impresión
Roma
Autor
Calligaris Giuseppe
Editores
Pozzi
Sobrecubierta
No
Copia autógrafa
No
Impresión bajo demanda
No
Condiciones
Usado
Primera edición
No

Descripción

In-8°, pp. 227, 8 tavv. f.t. e 5 illustrazioni n.t., brossura editoriale. Giuseppe Calligaris è nato nel 1876 nella provincia di Udine. Laureatosi a Bologna con una tesi dal titolo 'Il pensiero che guarisce', si trasferisce a Roma per lavorare con il Prof. Mingazzini nel campo della Neuropatologia presso la Regia Università di Roma Rinuncia ad una solida carriera universitaria per dedicarsi completamente alle sue ricerche che gli costarono diverse incomprensioni con i suoi colleghi professori. Il Prof. Calligaris dimostrò che la struttura interna del corpo umano e il tessuto cutaneo che lo riveste sono in relazione tra loro ipotizzando l'esistenza di linee e placche cutanee che corrispondono allo stato mentale del paziente. Ogni stimolazione di un dito o di un arto provoca nel paziente il medesimo riflesso sul corpo e lo stesse sensazioni sul piano spirituale. Morì in povertà nel 1944. Le sue ricerche sulla metafisiologia partono dal tentativo di dare risposta ad un quesito molto pressante nel campo delle neuroscienze. Accade a volte che un certo danno neuronale causi insensibilità su parte della pelle: solo che non vi è un nesso diretto tra la parte del cervello danneggiata e la porzione di pelle interessata. Così ilCalligaris iniziò a fare degli esperimenti sui suoi pazienti, che lo portarono a notare qualcosa che lo interessò subito, diventando il focus delle sue ricerche successive. Il dottore si rese conto che, stimolando certe aree della pelle di una persona, specie dita e spazi tra le dita, era in grado di suscitare degli stimoli sempre uguali, sia fisici che emozionali. Portando avanti questa intuizione, scoprì anche che poteva spingersi ancora oltre e suscitare percezioni extrasensoriali, che esulavano dall'esperienza diretta del soggetto studiato.
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