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Libros antiguos y modernos

Grandi Firme (Le) Pitigrilli

Le Grandi firme. Quindicinale di novelle dei massimi scrittori, diretto da Pitigrilli [PRIMA SERIE - 1935]

Stab. C. Mulatero e A. Ferrero,, 1935

350,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1935
Lugar de impresión
Torino,
Autor
Grandi Firme (Le) Pitigrilli
Páginas
circa 50 pagine a fascicolo.
Editores
Stab. C. Mulatero e A. Ferrero,
Formato
in 8°,
Edición
Edizione originale.
Materia
Narrativa Italiana del '900
Descripción
brossura a colori disegnata da Pitigrilli,
Primera edición

Descripción

PERIODICO Edizione originale. Tutto il pubblicato del 1935 (dal numero 253 al numero 276) mancante del solo numero 260 in fascicoli sciolti raccolti in astuccio e cofanetto con tassello al dorso. Brossure ben conservate. Rivista quindicinale fondata a Torino nel 1924 da Pitigrilli, al secolo Dino Segre, figura tanto sinistra quanto affascinante della prima metà del Novecento: benché nato in una famiglia di origine ebraica, Segre non fu soltanto un sostenitore del fascismo ma anche un informatore dell’OVRA (la polizia segreta fascista) sospettato di responsabilità dirette nell’arresto di svariate e spesso illustri figure dell’antifascismo piemontese (tra cui Giulio Einaudi, Piero Martinetti, Leone Ginzburg, Vittorio Foa, Cesare Pavese). Scrittore di successo di romanzi erotici e umoristici, Pitigrilli fu anche editore di diversi periodici a partire da «Le Grandi Firme», periodico ammiccante al bisogno di evasione, di divertimento e alle fantasie sessuali del pubblico borghese a cui era destinato attraverso “novelle” di autori importanti o famosi (da segnalare, nei numeri 65 e 73, racconti di Marinetti ). Leggera e innocentemente provocatoria, la prima serie della rivista continuò le proprie pubblicazioni fino all’aprile del 1937 quando venne ceduta per motivi finanziari ad Arnaldo Mondadori. La nuova serie – iniziata con il numero 308 del 22 aprile 1937 sotto la direzione di Cesare Zavattini – si presentò con un formato rinnovato e con le copertine affidate all’illustratore Gino Boccasile caratterizzate dalla celebre “Signorina Grandi Firme”, donna moderna, disinibita e maliziosamente goffa che avrebbe dominato la grafica del periodico fino all’ottobre del 1938 quando Mussolini ordinò l’immediata chiusura della rivista. L’immagine femminile eccessivamente emancipata comunicata dai disegni e dalle strisce a fumetti di Boccasile, infatti, nonché la pubblicazione di un racconto di Paola Masino - «Fame» - incentrato sulla condizione di estrema povertà di molti italiani risultarono inaccettabili per il regime, decretando la fine di questa eccentrica avventura editoriale.
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