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Libros antiguos y modernos

Mantovani, Dino

Lettere provinciali. Seconda edizione.

Lattes, 1904

20,00 €

Xodo Libreria Antiquaria

(Torino, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1904
Lugar de impresión
Torino
Autor
Mantovani, Dino
Editores
Lattes
Materia
Letteratura
Sobrecubierta
No
Copia autógrafa
No
Impresión bajo demanda
No
Condiciones
Usado
Primera edición
No

Descripción

In-8°, pp. 339, brossura editoriale. Seconda edizione. Qualche bruinitura. Al piatto della brossura anteriore etichetta di libreria MANTOVANI, Dino Nacque il 14 nov. 1862 a Venezia, da Antonio, medico, che aveva prestato la sua opera nei moti del 1848 a Venezia, e da Matilde Badoer, di famiglia patrizia veneziana. Nel 1884 conseguì la laurea in giurisprudenza, ma non praticò mai la professione forense. Trasferitosi a Roma nello stesso anno, cominciò a collaborare (con lo pseudonimo di Sordello) al Capitan Fracassa e alla Cronaca bizantina, nelle cui redazioni conobbe G. D'Annunzio, E. Scarfoglio e Matilde Serao. La condizione economica del giornalista era in quegli anni assai precaria, e il M., per interessamento di F. Martini, segretario generale al ministero della Pubblica Istruzione, ottenne la cattedra di lettere al liceo di Senigallia; iniziò così nel 1885 quella carriera di 'uomo di scuola' che avrebbe percorso con grande onestà ed entusiasmo. Nel 1888 (l'anno della morte del padre), il M. passò a insegnare ad Ascoli Piceno, dove stette un anno per poi trasferirsi al liceo di Teramo. Nel 1890, infine, ottenuto il trasferimento al liceo di Udine, poté riavvicinarsi alla famiglia, che si era spostata a Portogruaro. Nel 1891 comparve l'opera più importante del M., quelle Lettere provinciali (Teramo 1891) considerate il suo capolavoro e nate proprio dall'esperienza di vita di insegnante in provincia. Si tratta di otto capitoli concepiti in forma di lunghe lettere, indirizzate ognuna a un intellettuale del tempo, e ognuna concentrata su un particolare settore della vita culturale, anche se con molte 'divagazioni' e non poche riflessioni di costume o annotazioni biografiche. 'Per tutto, il segno di una intelligenza ben formata, di uno spirito retto, le pagine di un letterato di buona razza e di buona scuola. C'è tutto questo nelle Lettere provinciali […], e insieme qualche altra cosa: un uomo che, solo con se stesso, si apre, si dichiara: come fuori della società, fa i suoi conti con gli uomini e con se stesso. Letterato sempre, e scrittore, ma lo stile gli serve a fissare la meditazione volubile, la pagina prende a tratti il tono della confidenza. Ogni lettera è come un 'saggio', dall'andare vagabondo, che sempre torna al motivo centrale, e si arresta quando lo spirito s'è come liberato. Né mai viene meno la decorosa misura, che pare il segno dell'uomo, pur fra i travagli intimi e gli abbandoni al sogno' (Lugli, p. 197). Dizionario biografico degli italiani, vol.69
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