Libros antiguos y modernos
MANUZIO, Paolo (1512-1574) & MANUZIO, Antonio (1511-1559)
Lettere volgari di diversi eccellentissimi huomini, in diverse materie. Libro secondo
(heirs of Aldo Manuzio), 1545
1500,00 €
Govi Libreria Antiquaria
(Modena, Italia)
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Detalles
Descripción
Adams, L-583; Basso, pp. 68-69; Braida, p. 306; Edit 16, CNCE 26953; Quondam, p. 279; J. Bonfadio, Le Lettere e una scrittura burlesca, A. Greco, ed., (Roma, 1978), p. 47; E. Pastorello, L'epistolario Manuziano. Inventario cronologico-analitico, 1483-1597, (Firenze, 1957), no. 220; L. Pertile, Apollonio Merenda, segretario del Bembo, e ventidue lettere di Trifone Gabriele, in: “Studi e problemi di critica testuale”, (1987), vol. 34, p. 25; A.A. Renouard, Annales de l'imprimerie des Alde, (Paris, 1834), p. 134, no. 17; S. Speroni, Lettere familiari, II Lettere a diversi, M.R. Loi & M. Pozzi, eds., (Alessandria, 1994), p. 246, no. VI.
FIRST EDITION, second issue of the ‘second book' of Paolo Manuzio's Lettere volgari, which appeared three years after the publication of the first.
The first issue of the second Book had been printed by Manuzio only a few month earlier. This new issue, in which at the end are added 7 new letters to Donato Rullo (a servant of cardinal Regnald Pole), contains for the first time the privileges of Pope Paul III and the Republic of Venice. Since the entire volume was completely reset, the text presents some corrections and minor differences compared to that of the first issue.
The selection of the letters must have been mainly done by Paolo Manuzio, even though his brother Antonio, in the dedicatory letter to Paolo Tron, presents himself as the only editor: “Quanta fatica io habbi durato a raccorle, sollo io; quanta diligentia io habbi usata a sceglierle, gli altri lo giudicheranno” (l. 2v).
The collection incorporates 101 letters, mainly dated between August 14, 1521 and March 28, 1545, but the majority of them was issued in the years 1543, 1544 and 1545.
“Nel 1545, a tre anni dal successo del primo libro delle Lettere volgari, Paolo Manuzio fece uscire il secondo libro. Secondo Anne Jacobson Schutte, si trattava dell'antologia epistolare a più alta concentrazione di lettere eterodosse di quegli anni. Era la prima raccolta di cui si pubblicava un secondo volume, imitando nella serialità le edizione delle lettere d'autore, in particolare quelle dell'Aretino […] Questa scelta permise al Manuzio di sfruttare al massimo un'operazione editoriale di successo, consentendogli di puntare su un pubblico già consolidato. E in effetti anche questa antologia fu un best seller […] Rispetto al primo libro, che riportava missive di 56 autori, il secondo appariva un po' meno dispersivo, giacché gli autori erano 43, di cui 14 presenti in entrambe i volumi. Inoltre nel secondo libro si incontra una notevole diminuzione delle lettere anonime: sono 2 contro le 11 del primo libro. Di alcuni autori in comune si rileva un aumento del numero di lettere: è il caso di Francesco della Torre (da 8 a 20 lettere), di Claudio Tolomei (da 1 a 10) e di Marcantonio Flaminio (da 1 a 4). Seppure si trattasse della ripetizione della stessa formula, era un volume del tutto autonomo, che si poteva leggere senza difficoltà anche se non si conosceva il primo libro […] Ad analizzare il secondo libro delle Lettere volgari si scopre un progetto complesso, in cui il lettore era messo a contatto con i temi religiosi in modo forse più chiaro e articolato rispetto al primo libro. Almeno dal punto di vista dottrinale, il messaggio era meno implicito. Il piccolo ma solidale mondo degli ‘spirituali' trovava all'interno del volume uno spazio considerevole e veniva presentato sia attraverso un esempio di conversione (così come nel primo libro si veniva a conoscenza dell'avvicinamento del Vergerio a Renata di Francia e alla Marchesa di Pescara), sia attraverso un gruppo di lettere dottrinali in cui venivano esposti alcuni dei passi più significativi dell'opera intorno alla quale, tra il 1541 e il 1543, si erano concentrate le discussioni dei valdesiani: il Beneficio di Cristo[…] U