Detalles
Lugar de impresión
Bagnocavallo.
Autor
Pollastri Dott. Prof. Roberto.
Editores
Edizioni Zattoni.
Materia
Arte Italiana del '900 - Romagna
Descripción
In-8°, legatura editoriale in brossura, pp. 35(1); in antiporta tavola a colori protetta da velina. Al dorso etichetta d'archiviazione della biblioteca di Costanzo Ciano. Ottimo esemplare, su forte carta vergellata, di una delle pochissime - e soprattutto delle prime - monografie sull'artista romagnolo, con un taglio più memorialistico. Luigi VAROLI nacque a Cotignola il 23 settembre 1889 e morì il 25 settembre 1958; fu pittore, scultore e musicista. Dopo aver appreso a Lugo i primi elementi del disegno dal Visani, si iscrisse nel 1914 all’Accademia di Ravenna, dove continuò gli studi sotto la guida di Vittorio Guaccimanni. Conseguì il diploma all’ Accademia di Bologna nel 1920 e, due anni più tardi, ottenne la licenza dei corsi superiori di pittura a Roma. Nel 1931, a dimostrazione dell’ecletticità dei suoi interessi in campo artistico, si diplomò contrabbassista presso la Regia Accademia Filarmonica di Bologna. Nel corso della sua vita, espose in varie mostre nazionali e a Parigi al Salone degli Indipendenti, ottenendo vari e importanti riconoscimenti. Avviò laboratori di ceramica in molte città romagnole, diresse la scuola di disegno di Cotignola e insegnò al Liceo Artistico di Ravenna. Diresse la rivista E val e fece parte di giurie in concorsi regionali e nazionali. A lui sono intitolati il Museo civico e la Scuola di musica comunale. Ad uno dei suoi maggiori estimatori, Raffaele De Grada, si deve un ritratto molto efficace dell’artista. “La qualità essenziale del Varoli, ciò per cui egli si è elevato come aquila sopra il pollaio della pittura di provincia”, ha scritto De Grada “è la sua capacità di trarre sempre l’immagine tipica ed eccezionale, quella che la prima volta si scopre solo all’artista e che noi chiamiamo ‘invenzione’. Per essa e con essa il mondo si accresce di un fatto nuovo, che prima non esisteva. Esisteva sì la Romagna, Cotignola, la sua gente, la memoria robusta degli Sforza e la presenza di una civiltà contadina, aggregata nel lavoro e dispersa nella bizzarria dei suoi cantastorie, narratori d’organetto, bevitori, sciancati e passatempi d’osterie. Ma dopo Varoli questa realtà la vediamo in modo diverso, essa ci giunge con l’annobilimento della pittura più piena e con l’estro delle sue “maschere” in una scultura che riprende tutte le fantasie delle correnti antiche dell’espressionismo realista a incominciare da quelle che vengono dal barocco”. L’opera di Luigi Varoli è stata oggetto della mostra antologica Luigi Varoli. Un maestro nel Novecento (1889 – 1958), curata da Orlando Piraccini a Cotignola, dove ha recentemente riaperto, dopo quattro anni di chiusura, la Casa Varoli, abitazione e studio di uno degli artisti romagnoli più versatili del primo Novecento.