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Libros antiguos y modernos

Marcus Minucius Felix

M. Minucii Felicis Octavius et Caecilii Cypriani de Vanitate Idolorum liber uterque recensitus et illustratus a Johanne Gottlieb Lindnero …cum praefatione D.Io. Augusti Ernesti.Longosalissae.

Io. Chr. Martini, 1773

250,00 €

Perini Libreria Antiquaria

(Verona, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1773
Lugar de impresión
Bad Langensalz
Autor
Marcus Minucius Felix
Editores
Io. Chr. Martini

Descripción

In 16°(mm 180x100); pagg. (46), 319, (56 di index). Mezza pelle bazzana con dorso a quattro nervi, titolo in oro e fregi dorati, tagli a spruzzo e piatti marezzati. Seconda edizione. Buon esemplare con minime fioriture. L'Octavius è un dialogo che ha per protagonisti lo stesso scrittore, Cecilio e Ottavio e che si svolge sulla spiaggia di Ostia. L'opera si è conservata per errore dopo i sette libri dell'Adversus nationes di Arnobio come (liber) octavus. Alla fine del dialogo Cecilio si dichiara vinto e si converte al Cristianesimo, mentre Minucio, che funge da arbitro, assegna ovviamente la vittoria ad Ottavio. Marco Minucio Felice (morto intorno al 250 d.C.) era un avvocato, retore e apologeta cristiano romano. La sua unica opera conosciuta, Octavius, è una delle prime opera latine di scuse verso il Cristianesimo. Di Marcus Minucius Felix, sappiamo poco, a parte il fatto che era un avvocato e un cristiano. Minucio interessa non solo i teologi e gli storici della Chiesa, ma anche coloro che sono interessati alla filosofia e alla retorica. A differenza di altri apologeti latini dell'epoca, come Tertulliano, che affermava "credo quia ineptum" (credo perché [è] assurdo) nel De Carne Christi, e che era apertamente ostile alla filosofia speculativa, Minucio tentò di stabilire almeno la possibilità razionale della fede cristiana. La retorica che si trova all'interno dell'Ottavio può essere considerata ciceroniana, avendo elementi del discorso in sei parti (esordio, narrazione, partizione, conferma, confutazione e conclusione). Questo testo rappresenta una tappa importante nell'evoluzione della retorica da arte principalmente orale, forense e politica, ad arte letteraria. <BR>
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