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Libros antiguos y modernos

Marianini Stefano

Memorie di Fisica Sperimentale Volume Primo - Secondo - Terzo,

Nicola Zanichelli sucessore alli Marsigli e Rocchi, 1874-1877

280,00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico

(Modena, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1874-1877
Lugar de impresión
In Bologna,
Autor
Marianini Stefano
Editores
Nicola Zanichelli sucessore alli Marsigli e Rocchi
Materia
VOLTA PILA ELETTRICITA' GALVANOPLASTICA ELETTROMAGNETOMETRO, METALLOCROMIA GALVANOMETRO MODENA PAVIA
Idiomas
Italiano

Descripción

In 8° (23,5x15 cm); tre tomi: XXXIII, 530 pp., un ritratto e una c. di tav. ripieg., 431 pp. e una c. di tav., 429, (1) pp. Brossure editoriali con date dal 1874 - 1877 mentre i frontespizi riportano tutti la data 1874. Esemplare, in buona parte, ancora a fogli chiusi ed in ottime condizioni di conservazione (un solo piccolo forellino al frontespizio del secondo volume, ininfluente ed un leggero alone d'umidità alle ultime tre carte del primo volume, non significativo). Piccolo ed antico timbretto di appartenenza privata al margine basso del primo volume che identifica l'esemplare come appartenuto alla famiglia del Commendatore Avv. Pietro Magiera, Presidente del Consiglio Provinciale di Modena che fu anche il curatore dell'opera. Al recto di ogni frontespizio la precisazione che l'opera è stampata a Modena coi tipi di Nicola Zanichelli e Soci. Fu infatti in questi anni che Zanichelli spostò definitivamente la propria attività commerciale da Modena a Bologna. Prima assai rara edizione completa della più completa raccolta degli scritti del celebre fisico italiano, Stefano Giovanni Marianini (Zeme presso Mortara, 1790 - Modena, 1866) che docente all'università di Pavia dal 1817 e all'università di Modena dal 1830, fu uno dei pionieri nello studio dell'elettricità e delle pile. Pur essendo laureato i giurisprudenza a Pavia nel 1807, Maranini iniziò precocemente a mostrare le sue grandi doti scientifiche e matematiche, frequentando le lezioni e le esperienze sperimentali di Alessandro Volta e di P. Configliachi. Volta direttore della Facoltà filosofica di Pavia, apprezzandone le grandi qualità, nel 1817 lo nominò aggiunto stipendiato alle cattedre di matematica elementare e fisica generale e sperimentale e l'anno dopo vince il concorso per la cattedra di "Fisica con la matematica applicata" di Pavia. Dopo aver insegnato anche a Venezia, nel 1836 viene chiamato a Modena dove gli viene offerta la cattedra di Fisica Sperimentale e poi anche quella di Filosofia (insegnando anche alla Facoltà di Medicina della stessa città). Le "Memorie di Fisica Sperimentale" uscirono una prima volta negli anni 30 dell'ottocento ma è con questa edizione che l'opera assume la sua forma definitiva arricchita di diversi scritti inediti. Il primo volume contiene gli studi sugli elettromotori e la teoria sugli elettromotori, il volume secondo quelli sul "Galvanometro e Reelettrometro", le correnti indotte e derivate, le correnti istantanee. L'ultimo volume è dedicato agli scritti sull'Elettro-Plastica, l'Elettro-grafia ed Elettro-Metallocromia, l'Elettro-Fisiologia ed Elettro-Terapia e le analogie fra l'elettricità e la luce. Infine, l'ultima parte del volume, contiene memorie varie (teoremi sui numeri, Descrizione ed uso di un congegno, col quale è agevolato il calcolo delle feste mobili, Descrizione di un quadro frankliniano, Di un fenomeno che presentano le bolle comuni di sapone messe a galleggiare nela gas acido carbonico, Sui movimenti della trottola girante, Sull'applicazione del re elettrometro a riconoscere al direzione di un fulmine, Dei metalli diversamente intaccati dal mercurio senza corrente elettrica, Breve notizia delle sperienze ed indagini fatte colla boccia di Leida nel Gabinetto Fisico della R. Università di Modena l'anno 1846, Sull'apparente repulsione operata da un corpo elettrizzato su di un cilindretto metallico galleggiante sull'acqua, Esperienza comprovante la rotazione diurna della terra, Sulle proprietà possedute in particolar modo dai corpi umidi di assorbire l'elettricità …, Sopra alcune fontane artificiali a getto variabile …, Nota sopra un modo di vedere con facilità i colori accidentali, Dialogo dei paragrandini). "Ancora vivente, il M. fu nominato "eroe dell'elettricismo voltaico" (Grimelli, p. 79) per la strenua difesa della spiegazione del funzionamento della pila secondo la teoria voltiana dell'elettricità di contatto tra conduttori eterogenei, contro le spiegazioni elettrochimiche che allora prendevano vigore. Iniziò le ricerche in questo settore influenzato dalla scoperta (1820) di H.C. Oersted che la corrente messa in moto dalla pila in un filo, allineato orizzontalmente lungo la direzione magnetica Nord-Sud, esercita un'azione magnetica, rivelata dalla deflessione di un ago da bussola posto in vicinanza. Prendendo la deflessione a indice dell'intensità dell'azione magnetica esercitata dalla corrente, il M. studiò come l'intensità dipendesse da parametri caratteristici della pila quali la tensione ai capi, il numero e la superficie delle coppie bimetalliche e il tipo di liquido posto tra esse, ricavando interessanti legami quantitativi tra le grandezze considerate. ". Nell'acceso dibattito internazionale sulla teoria elettrochimica che coinvolse grandi scienziati da tutto il mondo, Maranini si confrontò anche con Parrot, De La Rive e Faraday. In particolare, incontrò personalmente De la Rive a Torino nel 1840 durante la seconda Riunione degli scienziati italiani e nello stesso anno Faraday in un suo scritto sull'elettrochimica della pila sottolineò l'interesse degli studi di Maranini. Il 1840 è anche l'anno nel a quale Maranini, in contemporanea con Jacobi (e probabilmente in buona parte all'oscuro degli studi fatti da quest'ultimo) descrisse procedure per realizzare rilievi metallici analoghi a quelli ottenibili con la galvanoplastica (che sarà inventata proprio da Jacobi in quest'anno). In elettrofisiologia il M. studiò diversi fenomeni relativi alla contrazione muscolare e alle sensazione e si confrontò con Matteucci, Peltier e Nobili. A lui si deve l'invenzione di un "galvanometro moltiplicatore", descritto nel 1826, e un "reelettrometro", presentato nel 1838 ma realizzato nel 1833. Edizione molto rara. Completo. Rif. Bibl.: IT\ICCU\UBO\0256308.