Libri antichi e moderni
Michele Guerrisi,IL GIUDIZIO DI MICHELANGELO,1947 Anonima Veritas I^[storia arte
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Dettagli
Descrizione
Michele Guerrisi,
IL GIUDIZIO DI MICHELANGELO.
ANONIMA VERITAS EDITRICE, ROMA 1947,
prima edizione,
rilegatura in cartoncino rigido illustrato,
21,5x15,5 cm., pp.133,
con illustrazioni in bianco e nero
in tavole su carta patinata fuori testo,
con una riproduzione del "Giudizio"
nell'incisione del 1823 di Johan Wirings
in coda al volume su pagina ripiegata,
collana I LIBRI DELLA SCOPERTA -
Biografie di capolavori n.1,
peso: g.270
CONDIZIONI DEL LIBRO:
esemplare in buone condizioni generali,
imperfezioni alla copertina,
strappi senza mancanze al dorso,
le pagine sono ingiallite
dal testo introduttivo:
Ci sono delle opere, la cui potenza espressiva pare che trascenda la
volontà dell'individuo che le ha create, opere alle quali pare che veramente
abbiano posto mano e cielo e terra. Nella loro sostanza ideale chiusa ed ar-
monica si accolgono gli esemplari modelli di tutte le passioni e delle più
alte verità.
Queste opere sembrano fuori della misura umana, e operano sul no-
stro spirito quasi con violenza.
Esse non diventano mai confidenziali, non possono riempire i vuoti
del nostro tempo, non possono illudere la nostra vanità, non hanno nulla
che possa confortare i nostri mediocri fastidi, non ci insegnano nulla che
possa servirci.
Come più sentiamo Dio, quando il dolore o la gioia hanno bruciato
la parte effimera di noi stessi, e, in un impeto di amore che inaspettata-
mente accende la nostra parte migliore, ci disponiamo con purezza d'anima
ad ascoltarne la voce, così davanti a certe opere dell'uomo, che più riflettono
la potenza divina, ci sentiamo come confusi e turbati, e, solo in un secondo
momento, persuasi di quella potenza che giunge come una rivelazione e una
grazia.
Una di queste opere è il Giudizio di Michelangelo.
Nella Cappella Sistina si possono godere tutte le altre pitture : si può
avere la dolce illusione di essere lì, sulla grande piazza luminosa ove Gesù
consegna le chiavi a Pietro, si può ammirare la grazia delle bionde figlie
di Ietro ; e non si trema quando Mosè stermina i ribelli. Quel gesto d'ira
dispettosa è ancora della stessa qualità dell'anima nostra. Nello sguardo
nostalgico delle figure degli ebrei che abbandonano l'Egitto, nel bimbo che
si attacca alla madre, nel giovinetto che stringe teneramente il suo canino,
c'è qualcosa di vivo e di umano, c’è un dolore che anche noi potremmo sop-
portare.
Ma il gesto del Redentore, nel Giudizio, ha veramente qualcosa di ter-
ribile, è fuori di noi, come la potenza divina. La caduta dei reprobi, che in
viluppi paurosi sono attirati dall'abisso, rivela un sentimento del tempo e
dello spazio che era fuori dell'esperienza dei nostri sensi e della nostra fan-
tasia.