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Libros antiguos y modernos

Boito, Arrigo

Nerone. Tragedia in V atti

Fratelli Treves, Editori,, 1901

250,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Detalles

Año de publicación
1901
Lugar de impresión
Milano,
Autor
Boito, Arrigo
Páginas
pp. [8] 242 [2] bianche.
Editores
Fratelli Treves, Editori,
Formato
in 16°,
Edición
Prima edizione.
Materia
Cinema Teatro etc.
Descripción
legatura originale in brossura muta con sovracoperta pergamenata illustrata e stampata a colori, con riproduzione di moneta che ritrae Nerone,
Primera edición

Descripción

LIBRO Prima edizione. Ottimo esemplare, molto fresco. La scrittura del Nerone, seconda e ultima opera teatrale di Boito, considerata una delle sue opere più riuscite, impegnò l’autore per oltre quarant’anni: la musica addirittura rimase incompleta alla sua morte, e l’atto V fu ultimato su incarico di Toscanini solo nel 1924, quando finalmente la tragedia venne messa in scena alla Scala di Milano, l’1 maggio. Di notevole interesse la nota iniziale, dove Boito avverte che il testo pubblicato sarà differente da quello destinato alle scene: «Nell’attuale edizione sono aggiunti non pochi particolari del dialogo e delle didascalie, e ciò fu fatto col semplice intento di chiarire nella mente di chi legge (e non ha il soccorso dell’immagine visiva) l’espressione di alcuni passi o le loro condizioni pittoriche o plastiche». -- Un bell’aneddoto, che vede come protagonista Giuseppe Verdi, cui Boito era molto legato, inquadra l’indiscutibile valore del Nerone. In una lettera del 25 maggio 1891, inviata a Giulio Ricordi, il celebre compositore annotò infatti: «Boito tornando da Parma si è fermato qui per circa quarantott’ore e m’ha letto il libretto del Nerone! Non so se faccio male a dirvelo; ma egli non m’ha raccomandato il segreto e così ve ne parlo nella certezza che vi farà piacere il sentire che il libretto è splendido. L’opera è scolpita magistralmente e profondamente: cinque caratteri l’uno più bello dell’altro; Nerone, malgrado la sua crudeltà, non è odioso: un quarto atto commoventissimo; ed il tutto chiaro, netto, teatrale, malgrado il massimo trambusto e il movimento scenico. Non parlo dei versi; ché sapete come li fa Boito: pure, questi mi sembrano più belli di tutti quelli che ha fatto fin’ora. Evviva dunque» (si cita da Boito, Opere, a c. di M. Lavagetto, pp. XXXV-VI). Parenti, Rarità, IV, p. 271.
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